Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

Un'industria e un quartiere alla periferia di Napoli disoccupati, con punte del novanta per cento « nelle classi inferiori più disagiate», come si legge nella relazione. La Commissione dice che « tanta disoccupazione, tanto disagio e miseria devono essere purtroppo, disgraziatamente, eccitamenti alla immoralità ». Ma il dibattito su Napoli, sulla esigenza di dare alla città un'industria che superi i limiti tradizionali, si amplia, assume toni più reali e concreti, anche se non riesce a interessare l'opinione pubblica, che resta isolata, avulsa, indifferente. Nitti insiste sulla necessità di puntare sulla grande industria, « chiave di volta di ogni trasformazione », mentre alle sue tesi si oppongono Nicola Amore, che vede nel' turismo l'unica via di espansione («Napoli albergo e museo»), Adotta, il quale asserisce che il futuro della città è nel commercio e nel porto, Scarfoglio, ancorato alla vecchia « concezione agricola». Nonostante i contrasti, affiora sempre più l'indirizzo di una concentrazione industriale nella zona orientale di Napoli. Già nel 1898, l'ingegner Giambarba elabora un progetto di zona industriale a est, separata, mediante una fascia di verde, dai quartieri la cui costruzione è prevista dai piani del Risanamento. Mentre il piccone demolisce i fondaci, dove sorgerà il corso Umberto I, e si deilineano i primi insediamenti al Vomero, e si costruisce il rione Arenaccia, e si conferisce ai quartieri San Lorenzo, Porto e Pendino una fisionomia nuova - sulla quale, in seguito, gli urbanisti potranno muovere fondati rilievi, ma dalla quale in quel 1nomento ci si compiace, perché il fervore delle opere edilizie è tale da far din1·enti care per un istante i vicoli che restano e i disoccupati che vi si affollano - quanti si occupano dell'avvenire industriale della città hanno sempre nella periferia orientale il loro obiettivo e il punto più preciso di riferimento. L'8 luglio 1900, il marchese di Campolattaro pronuncia alla Camera di Commercio un discorso per gli aderenti all'associazione « Pro Napoli »: « La via maestra - dice - è lo sviluppo industriale ». Lo stesso anno, quasi contemporaneamente alla relazione Saredo - la quale, oltre che un atto d'accusa rivolto agli amministratori comunali, vuole essere un tentativo di dimostrare con superficiali argomentazioni una presunta inferiorità d'origine dei napoletani, e ciò sminuirà il valore di quei pur giusti rilievi in essa contenuti - viene pubblicato Nord e Sud di Francesco Saverio Nitti. Questo libro è una presa di coscienza della realtà napoletana, un incitamento a impostare i problemi di Napoli su basi nuove, alla luce di nuovi principi, uscendo dall'isolamento e considerando il paese investito di una precisa responsabilità nei confronti della città. Nel corso del dibattito che si svolge alla Camera sull'inchiesta Saredo (9-17 dicembre 1901), l'on. Luzzatti afferma 233

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