Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

CRONACHE E MEMORIE Un'industria e un quartiere alla periferia di Napoli di Ernesto Mazzetti e Fabio Felicetti •:• Napoli fine Ottocento: la belle époque è tale solo per pochi. Il pubblico benestante dei cafés chantant ignora le statistiche, secondo le quali depressione economica e avvilente disoccupazione sono la realtà, e la sontuosa eleganza delle passeggiate sul lungomare di ritorno dal Campo di Marte soltanto la facciata. Alla ricerca di un dialogo in1pegnaito, da parte di alcuni, - quei pochi, politici e tecnici, che saranno i soli, veri promotori della ripresa industriale napoletana tra il 1910 e il '20 - si oppone una società statica, per nulla propensa a guardare a fondo in se stessa, a scorgere i mal[ da cui è afflitta; una società che è espressione di una realtà cristallizzata, basata su un'economia tradizionale e su un'industria - salvo rare eccezioni - di piccole e medie dimensioni, o addirittura a livello artigianale. Dai censimenti dell'epoca apprendiamo che 113 aziende avevano meno di 400 operai, e che vi era una miriade di industrie di trasformazione a carattere familiare: 58 concerie di pelli, 55 fabbriche di stoviglie e mattoni, 66 fonderie, 23 opifici meccanici, 20 imprese per la costruzione di letti e suppellettili; aziende che Nitti ritiene « incapaci di una solida influenza evolutiva sulla struttura sociale della città ». Negli anni che concludono il secolo, una grossa calamità impone una presa di coscienza della realtà napoletana: l'epidemia di colera del 1884 conferma non solo il caos urbanistico e l'insufficienza igienica dei vecchi quartieri (premessa alla legge per il Risanan1ento del '94 ), ma anche la mortificante miseria di gran parte della popolazione, conseguenza della disparità tra braccia e posti di lavoro disponibili. La statistica compilata dalla Commissione reale nel 1901 censisce 20.681 operai occupati su una popolazione di 562.000 persone; vi sono 200.000 ,·, Questo scritto fa parte di una serie di «appunti» per una ricostruzione giornalistica di vicende dello sviluppo economico e di aspetti significativi della crescita urbanistica di Napoli neg1i ultimi cinquant'anni, che gli autori stanno curando. 232

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