Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

I Regi Lagni il lagno di acque alte non subisce ovviamente interruzioni, come il controfosso sinistro, mentre il destro è suddiviso in tre parti 22 • Negli anni più vicini a noi gli Uffici del Genio Civile di Napoli e di Caserta hanno provveduto a sistemare alcuni torrenti provenienti dalle pendici contornanti la pianura, come pure qualche canale che immette quelle stesse acque alte nei Regi Lagni 23 • Scopo di tali lavori, come per il passato, è stato quello di diminuire i fenomeni d'interrimento dei canali adduttori e del lagno n1aestro, i quali ben presto tendono a colmarsi, divenendo pensili rispetto alla campagna che percorrono, con chiaro pericolo di inondazione. D'altra parte, le acque, una volta fuoruscite dagli argini, dopo la piena non possono più ritirarsi nell'alveo troppo rialzato. Le stesse luci dei ponti si ostruiscono con rapidità, come è attualmente ben visibile nell'ansa di Acerra, al Ponte di Napoli ed al Ponte Casolla. Gli interventi sono consistiti e in un ampliamento degli alvei in cui s'immettono i torrenti e nel creare, ove possibile, nuove vasche di deposito, o nel migliorare quelle esistenti 24 • In condizioni forse peggiori è la rete di canali di acque basse che, come s'è detto, aflluiscono ai due controfossi laterali. Questi hanno scarsa profondità e pochissima pendenza, per cui il deflusso delle acque basse dalle campagne avviene con difficoltà e le note tendenze negative dell'inerbimento e dell'accumulo di detriti si ripercuotono sui canali adduttori. Si comprende facilmente che, oggi come ieri, gli interventi di manutenzione sono spesso necessari, perché altrimenti nelle aree meno acclivi della pianura - l'Acerrano, il territorio di Marigliano, il litorale - l'acqua tende a fermarsi, e gli alvei assolvono la sola funzione di invasare le acque. È quindi evidente che la rete dei Regi Lagni, pur costituendo il cardine idrografico insostituibile della Pianura Campana meridionale da oltre tre secoli, presenta numerosi difetti e provvede solo parzial1nente alla raccolta delle acque alte e di quelle zenitali: nell'ultimo tratto del grande alveo, ove i controfossi si uniscono al lagno maestro, sono state registrate portate massime solo di rado superiori ai 60 22 Si riunisce infatti presso la forcina di Casapuzzano al canale di centro, vi si affianca poco a valle, per confluirvi di nuovo tra Ponte S. Antonio e Ponte Annecchino; infine l'ultimo tratto corre all'incirca dal Ponte Bonito alla Croce dei Lagni: 23 Per l'Agro Nolano: torrenti Avella e Sasso, lagni del Gaudo e di Quindici; per la Terra di Lavoro: il fosso Marotta, il Fellaco ed altri minori; per la pianura napoletana, a nord dei Campi Flegrei, il canale Melito-Baracca ed il fosso dei Monaci, i quali ultimi, però, non sboccano nel lagno maestro, ma nel controfosso sinistro. 24 L'idea, infatti, non è nuova, poiché applicata già in epoca borbonica (cfr. ad es. G. Nov1, cit., passim). 225

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