Luigi Mendia all'impossibilità di continuare con lo stesso ritmo lo sviluppo mate'" riale in un mondo le cui risorse naturali volgono verso l'esaurimento, appare nella sua utopia quando se ne tenta un'analisi politica. Come dice Nebbia nella sua presentazione italiana al progetto accennato 3 , « questa società stazionaria è una società reazionaria o progressista, è una società che consente ai padroni e ai detentori del potere di restare tali, o è una società che permette la liberazione dei poveri e degli oppressi? ». Dalla lettura dei vari scritti su questo tipo di società, facendo riferimento anche all'estrazione politica degli ambienti promotori di tali studi, l'utopia ventilata appare ancora più evidente, poiché emerge l'intenzione di realizzare questa nuova filosofia nell'ambito di un'impostazione di tipo capitalistico-liberista. E questo ci sembra assurdo, perché ogni trasformazione radicale concernente il costume e l'economia può realizzarsi solo attuando principi di tipo programmatico nell'ambito di una pianificazione almeno nazionale. Così, ad esempio, per quanto riguarda i problemi dell'energia, che poi costituiscono la chiave di volta del problema ambientale e pertanto meritano un'approfondita trattazione separata, va detto che, volendo contenere i danni dell'inquinamento, dovremmo stabilizzarci sui consumi attuali annui che corrispondono a circa 14.000 K\vh per abitante. Volendo distribuire questa energia secondo i principi di equità affermati nella Conferenza, i paesi in via di sviluppo dovrebbero avere energia in misura tre volte maggiore di quella attuale, i paesi socialisti dovrebbero attestarsi sui valori attuali, e quelli industrializzati, viceversa, accettare un decremento rispetto ai valori attuali (in Italia il consumo pro capite annuo è di circa 20.000 Kwh). Quale sarà la reazione dei paesi socialisti, per esempio, di fronte a limitazioni del genere, che frenerebbero il loro processo di crescita verso il benessere? Il problema (vedi il citato libro di Nebbia) è quello di fare una distinzione tra i beni di consumo inutili e quelli che contribuiscono ad alleviare o risolvere i problemi della salute, della fame, dell'ignoranza, della fatica. La presenza italiana a Stoccolma è stata assicurata dalla Delegazione ufficiale, costituita da funzionari dei principali Ministeri interessati ai problemi ambientali, affiancati da alcuni esperti. La guida operativa della Delegazione è stata demandata al Ministero degli Esteri, che ha curato scrupolosamente la fase preliminare dei lavori e coordinato la stesura del rapporto nazionale. 3 Cfr. La morte ecologica, Laterza, Bari. 200
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