L'industria del cuoio e delle pelli verso paesi come Argentina, Brasile, Stati africani, nuovi a questo tipo di lavorazione, ma grandi serbatoi di materiale primo. Conseguentemente l'industria europea del cuoio si dovrà indirizzare verso la formazione di grossi complessi con assorbimento delle unità più piccole. Non si avranno quindi più, in Europa, le migliaia di piccole e medie aziende conciarie che si ritrovano oggi. Continueranno alcune ad essere presenti come artigianato, ma « le caratteristiche del loro prodotto finito, sia tecniche che economiche, dovrebbero assolutamente differenziarsi da quelle della produzione della vera e propria industria conciaria » 60 • Al loro posto si avrà un numero molto ridotto di grossi complessi i quali, soli, potranno operare con processi di completa meccanizzazione e automazione. Ma ugualmente sarà indispensabile una modificazione di tutte le fasi tecnologiche per arrivare alla eliminazione delle spese di conservazione del grezzo, e a quelle per la depurazione delle acque. A ciò si potrà arrivare mediante la costituzione dì tre tipi di aziende base : la prima che provveda alla raccolta, breve conservazione e concia o piclaggio, la seconda che operi fino al seccaggio delle pelli, la terza che esegua tutti i lavori di rifinizione 61 • In una tale suddivisione di aziende base, i problemi economici della conservazione del grezzo potrebbero essere ridimensionati e quelli economico-ecologici dell'inquinamento potrebbero con maggiore facilità e minore spesa essere risolti; perché riguarderebbero solo quelle aree con concentrazione di aziende base del primo tipo, dove vengono effettuati i processi di lavorazione che maggiormente portano all'inquinamento. GIULIANA MARTIRANI 60 A. SIMONCINI, Razionalizzazione dei processi cònciari, in Cuoio, Pelli, Materie Concianti, vol. 47, dicembre 1971. 61 ibid. 191
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