L'industria del cuoio e delle pelli . per l'Asia Sud-orientale, sono scarsamente interessanti sotto questo riguardo 17 • Il patrimonio zootecnico mondiale nel 1960 era di 850 milioni di bovini, 862 milioni di ovocaprini, 74 milioni di bufalini, 80 milioni di cavalli, 18 milioni di asini, 15 milioni di muli e 350 milioni di suini 18 • Interessanti per la trasformazione conciaria sono soprattutto bovini, bufalini e ovocaprini, mentre la pelle equina e quella suina trovano minore utilizzazione, a causa della durezza la prima e dello spesso strato di adipe la seconda. Il patrimonio zootecnico italiano, alla stessa data risultava composto da: 9 milioni 339 mila bovini, 8 milioni 343 mila ovini, 1 milione 440 1nila caprini, 430 mila equini e 10 mila bufalini. Facendo una ripartizione territoriale delle singole specie, la distribuzione percentuale poteva essere così riassunta: Italia Settentrionale 69% di bovini, 26% di equini, 7% di ovini, 13% di caprini; Italia Centrale 16% di bovini, 12% di equini, 27% di ovini e 79,6 di caprini; Italia Meridionale 10?/o di bovini, 35% di equini, 32% <li ovini e 43% di caprini; Italia Insulare 5% di bovini, 27% di equini, 34% di ovini e 37?/o di caprini. Netta prevalenza, quindi di bovini al Nord e di ovocaprini al Sud. Non si può, però, risalire a una valutazione del patrimonio zootecnico per ottenere un quadro della produzione e del commercio di pelli grezze. Né tantomeno si può fare un calcolo basandosi sulle macellazioni annue. Nei paesi in via di sviluppo si macella solo il 15% dei capi di bestiame allevati (con esclusione dei paesi che macellano per l'esportazione), mentre nei paesi industrializzati (U.S.A., Germania Occidentale, Gran Bretagna, Francia, Italia) si ha una maceJlazione annua superiore al 25% 19 • In Europa, la differenza tra produzione nazionale di materiale grezzo e fabbisogno reale viene coperta mediante importazione di pelli di specie differenti, bovine, ovine, caprine e vitelline; negli Stati Uniti invece sj registra l'assorbimento totale di pelli bovine e vitelline di produzione nazionale e una grande importazione di pelli ovocaprine. Uno dei problemi più importanti, riguardante la lavorazione conciaria e direttamente collegato all'allevan1ento del bestiame, è la presenza di difetti sulla pelle dell'animale. Per molto tempo tale problema è stato sottoprodotto della loro industria, che in primo piano pone la carne e 17 MICHELANGELO RuGGIERI, Produzione e commercio del cuoio e delle pelli, « La Geografia nelle scuole», 1st. Geogr. de Agostini, sett.-ott. 1971. Riassunto dal volume di H. KLEEKAMPER, Haute un Felle, Grundlagen ihrer Errengung und der Versorgung der Welt mit Leder. Friedrich Alewander Unìversitat, Norimberga 1971. 18 MrcHELETJI, L'industria del Cuoio in Italia in Cuoio, Pelli, Materie Concianti, vol. 45, ottobre 1969. 19 M. RUGGIERI, art. cit. 167
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