L'Europa dell'etilene dimensioni del centro produttivo di Marghera ed un ulteriore impianto produttivo di 400mila tonn., previsto nella Bassa Valle Padana intorno al 1977, non possono che aggravare un già difficile equilibrio ecologico e contribuire a consolidare una tendenza agglomerativa dell'industria che nel paese si vorrebbe evitare, ancora prima del suo degenerare in congestione. Né può convincere il metodo se1nplicistico col quale l'ISPE ha liquidato ogni aspettativa di sviluppo della chimica pugliese, classificando, tout-court, quel territorio « non particolarmente rispondente alle condizioni richieste per ulteriori insediamenti » 14, considerato che una grande azienda, la Liquichimica, attraverso il proprio amministratore delegato, ·va ribadendo il proprio interessamento per quel programma calabro-lucano-pugliese che potrebbe giovarsi di infrastrutture già esistenti e che rappresenterebbe il polo chimico col quale sarebbe agevole congiungere per etilenodotto il centro di Brindisi in espansione, realizzando così proprio quella integrazione e interconnessione che, giustamente, sembra stare tanto a cuore all'Ufficio del Programma. Nella stessa Sardegna, infine, la distanza che separa Porto Torres, nel Nord-Ovest dell'isola, da Assemini, presso Cagliari, non può certamente favorire un'integrazione degli impianti, nonostante questi appartengano ad un unico gruppo. Infatti, in tali condizioni geografiche, sembra difficile che si possa realizzare un etilenodotto tra il Nord-Ovest e il Sud, talché appare molto improbabile lo sviluppo di un'area chimica interconnessa sarda capace di attrarre consistenti iniziative industriali nei settori manifatturieri. In Italia, quindi, essenzialmente nel Mezzogiorno, sia in Sicilia che, forse, tra la Lucania e la Puglia, sembra possibile riproporre l'immagine europea delle aree chimiche interconnesse per mezzo di etilenodotti. Entro questi limiti il nucleo centrale della strategia proposta col primo piano chimico può trovarci consenzienti. Ma, come già abbiamo sostenuto in una precedente occasione 15, attendiamo che il progetto per la chimica fine confermi le scelte meridionaliste del piano per la chimica di base e che, mentre si arrivi alla seconda metà degli anni Settanta, quando le maggiori potenzialità di etilene in Sicilia saranno concretamente impiantate, si operi concretamente per predisporre tutte le infrastrutture indispensabili a ricercare gli insediamenti manifatturieri. E ciò si auspica non tanto, e non solo, per lo sviluppo del Mezzogiorno, ma per lo stesso sviluppo equilibrato dell'economia nazionale. 14 ISPE, Programma di Promozione dell'Industria. Chimica, Roma, 1971, pag. 135. 15 Mi riferisco al mio articolo: L'industria chimica fra due Piani, apparso nel precedente numero di questa stessa Rivista. 15~
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