Tullo d'Aponte più difficile esecuzione, in un paese di viso dagli squilibri territoriali e afflitto da una grave crisi politica ed economica. D'altra parte, l'attuale geografia della nostra petrolchimica, caratterizzata dalla presenza di quattro poli dell'etilene - Padania orientale, Sardegna, Puglia meridionale e Sicilia Sud-occidentale - distanti e disgiunti, male si presta allo sviluppo di un'efficace diffusione di un'articolata rete di pipe-lines capace di trasformare i poli chimici in aree chimiche; così come i difficili rapporti tra i maggiori gruppi produttori rendono problematiche quelle forme d'integrazione che sono la necessaria premessa per un più razionale dimensionamento degli impianti e per una gestione consortile di nuove iniziative da realizzare in un prossimo futuro. Né la mediazione del CIPE, nella contrattazione program1natica, potrà sortire risultati eccezionali se non si scioglieranno prima i nodi più grossi dei rapporti tra le aziende produttrici e se non si opererà in modo da garantire un'efficace saldatura tra i programmi d'investimento nella chimica di base e quelli nei settori manufatturieri dei gradi intermedi e delle lavorazioni fini. Il Programma di Promozione dell'Industria Chimica, adottato dal CIPE nello scorso anno, suggerisce una strategia di svilupo della chimica di base che dovrebbe condurre alla fonnazione di un'area chimica primaria nella Sicilia 13 che funzioni da contromagnete nei confronti dell'area chimica francese di Berre-Lavera. Senonché, mentre perdurano le incertezze sulla localizzazione di un grande steam-cracker della potenzialità di S00mila tonn., che dovrebbe essere gestito consortilmente in Sicilia da Montedison, ANIC, Liquichimica e SARP (SIR e Ente Minerario siciliano), restano aperti tutti gli interrogativi sulla reale possibilità che la chimica fine scelga localizzazioni meridionali per i propri impianti, senza le quali quell'enorme potenziale produttivo di etilene che si vorrebbe concentrare nel Sud (in assenza di utilizzatori in loco), finirebbe col dover sopportare onerosi trasferimenti verso quelle regioni centrali e settentrionali del paese ove maggiormente si addensano gli stabilimenti che utilizzano questa materia prima. D'altra parte, se la regione padana dovesse veder crescere le dimensioni degli steam-crackers di Mantova e Ferrara, attuahnente sottodimensionati, invece di conoscere lo smantellamento, gravi problemi di congestione e d'inquinamento graverebbero su di un territorio che, pur disponendo di ampi sbocchi di mercato, soffre le conseguenze di una preoccupante congestione industriale. Così come il passaggio alle più grandi 13 Sull'argomento ho già riferito: cfr. o'APONTE T., Lo sviluppo dell'industria chimica in Sicilia, in « La Loggia dei Mercanti », e.e.I.A. Messina, Maggio 1972. 158
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