Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

Una ristrutturazione lunga un secolo Tra organizzarsi o perire, dunque, l'industria tessile italiana ha scelto la via dell'organizzazione. Per ora, però, la via dell'organizzazione si è esaurita nello slogan « meno uomini e più macchine ». Resta un interrogativo di fondo: quale è la funzione ed il ruolo che bisogna dare ad una moderna industria tessile nel quadro dell'industria italiana e soprattutto nei confronti della politica di industrializzazione del Mezzo- . ? giorno. 3. Il quotidiano economico « Jl Globo » dava notizia il 4 luglio scorso che le Manifatture Cotoniere Meridionali avevano chiuso lo stabilimento di Napoli (550 operai, in gran parte donne). È terminata, in tal modo, anche in questo caso, una vicenda durata più di un secolo (le M.C.M. risalivano addirittura al 1812 ed erano state fondate con un decreto di Gioacchino Murat), tra riammodernamenti, distruzioni belliche e ricostruzioni, senza che si provvedesse, o che si pensasse in tempo, a fare delle Manifatture Cotoniere Meridionali qualcosa di diverso e di più rispondente ad una industrializzazione del Mezzogiorno. Proprio i casi della tradizionale industria tessile del Mezzogiorno (concentrata soprattutto nelle tre province di Caserta, Napoli e Salerno) avrebbe dovuto far riflettere, da tempo, imprenditori privati e pubblici, sull'impossibilità di continuare a resistere sulle vecchie posizioni. Si è già accennato come, nel secolo scorso, i fattori di localizzazione dell'industria tessile fossero stati identici sia al Nord che al Sud. Si è accennato, cioè, alla circostanza che « sia i maggiori salti idraulici che i boschi si localizzavano nelle alte valli o in montagna ... un gran numero di opifici e soprattutto di stabilimenti tessili, pertanto, trovavano conveniente situarsi a mezza via, nei territori collinari e pedemontani, sulle coste dei laghi, con preferenza per le località dove la proprietà fondiaria era più frazionata, l'azienda agricola capitalista con braccianti salariati meno frequente, le risorse naturali del suolo meno ricche». Fu proprio in queste zone con popolazione numerosa ma povera, relativamente accessibili e da tempo ' accolturate ' ad attività promiscue agricolo-artigiane, che cominciò ad avviarsi una primitiva concentrazione industriale. E questo per l'industria tessile sia nel Nord che nel Sud del paese; « in Piemonte (Valsesia, Verbano); in Lombardia (Varesotto, valle d'Olona, rami meridionali del Lario, Valseriana, alta Brianza); nel Veneto (area di Schio, Thiene, Valdagno nel Vicentino). Al <;:entro, in Toscana (ValdarnoY ed in Umbria (Val di Nera). Nel Mezzogiorno in Campania (valli dell'Alife, del Sarno, dell'Irno e del Serino) » 8 • s CARLO CAROZZI e ALBERTO MIONI, L'Italia in formazione, De Donato, Bari 1970. 145

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