Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

Italo Talia Nord del paese con l'esigenza, più volte espressa in passato, di portare nel Mezzogiorno la lavorazione delle fibre sintetiche ed artificiali che pure in qualche regione meridionale avevano incominciato a svilupparsi, ad esempio in Campania e in Puglia, e che comunque hanno conquistato posizioni che lana, seta e cotone avevano mantenuto per secoli? Abbiamo il timore, a dire il vero, che come quasi cento anni fa l'industria tessile del Nord, ed in particolare quella cotoniera, dopo aver messo in crisi e sbaragliato l'industria tessile n1eridionale (che si era venuta sviluppando soprattutto nel basso Lazio ed in Campania), « finì con l'assolvere, nelle plaghe dell'alta pianura padana nord-occidentale, alla funzione di battistrada dell'industrializzazione (seconda, in ordine di tempo, dopo il setificio), creando il clima del lavoro salariato, diffondendo il senso dell'impresa industriale, applicando le prime se pur ancora semplici schiere di tecnici e di contabili al lavoro di fabbrica e alla amministrazione industriale » 1 , così, cento anni dopo, ristrutturazioni e riconversioni possono sia pregiudicare l'afflusso di capitali nel Mezzogiorno per crearvi iniziative industriali in settori nuovi, sia co1npromettere il salvataggio ed il recupero di produzioni industriali in crisi nel Mezzogiorno stesso. E una prima prova della fondatezza dei nostri timori ci viene dagli stessi ambienti interessati, da una dichiarazione di Gian Sandro Bassetti, erede ed amministratore di una delle più grosse aziende tessili italiane. « Non nascondia1noci la testa » - afferma Bassetti - « un miliardo speso nel settore tessile rende molto di più, in fatto di fonti di lavoro, di dieci miliardi messi n, magari, per una delle tante ~ cattedrali nel deserto' che pare siano divenute una specialità della nostra classe politica quando si mette a fare l'industriale » 2 • Niente di nuovo, dunque, nella storia dell'industrializzazione del nostro paese: i nonni vollero dallo Stato il protezionismo per affermarsi e svilupparsi, i nipoti vogliono il finanziamento del processo di rammodernamento degli impianti e delle strutture tessili. Speriamo che il Mezzogiorno non debba pagare una seconda volta questa ristrutturazione lunga un secolo. 2. Non è questa certamente la sede per una analisi esauriente e dettagliata dei modi e dei tempi dello sviluppo dell'industria tessile in Italia, convinti come siamo del fatto che si tratterebbe di una storia generale 1 LUCIANO CAFAGNA, La formazione di un.a « base industriale» fra il 1896 il 1914, in La formazione dell'Italia industriale, a cura di Alberto Caracciolo, Laterza, Bari 1971. 2 GIAN SANDRO BASSETTI, Un'alba di speranza per la crisi tessile, in « Successo » Aprile 1972. 140

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