Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

Aldo Garosci ferito nella R.A.I.-T.V. o nel « Giorno », ma incominciano a deporre le loro uova nel rispettabile « Corriere della Sera » ( con gli Zingone, i Bugialli, gli Ottone), nella « Stampa», un po' dappertutto. Non si tratta, badiamo, di antiriformisti coscienti, di gente che ha scelto la rivoluzione o il gaullismo o l'URSS o la Cina: anzi, sono tutti sostenitori convinti dell'Occidente: un Occidente s'intende, riformato, asettico, con le mani in ogni momento pulite, innocente e, se possibile, indifeso. Per lo più, se volete scorgere le origini del loro massimalismo, dovete risalire (ahimé, spiace di dover smitizzare anche il ricordo di coloro che amam1no e in fondo ancora amiamo) alla « sfida » e alla « nuova frontiera » Kennediana, la quale illuse i suoi seguaci che potesse esserci un paradiso democratico, quando non c'è mai che un purgatorio; e se il mito è terminato in tragedia per il presidente e per Bob, è finito in un mediocre film giallo per il più giovane Teddy, tuttora tenuto in serbo dall' establish1nent ove occorresse accontentare i radicals. Quel che è detto dei « giornalisti » vale di tutti gl'Italiani rap-. presentativi di una categoria qualunque; dai professori che, abbandonati da quelle autorità ministeriali le quali dovevano loro protezione in iscambio del loro lavoro, hanno finito ben presto per trovare il loro appoggio nei « riformatori massimalisti fuori corso », in quelli che erano i funzionari della contestazione, ai magistratilegislatori e partitanti, ai dirigenti industriali che hanno, a mente fredda, riversato sullo Stato il loro compito di classe di difesa dello sviluppo, via via a tutte le categorie, _così da permettere a La Malfa stesso di concludere amaramente or sono pochi giorni che tutti chiedono e nessuno vuole pagare. Né, per tornare in famiglia, mi pare sia andata esente da qualche forma di massimalismo riformistico neppure questa bella rivista. Non solo per la misura (e non tornerò sull'argomento) in cui ha lasciato soffocare_ la profonda ispirazione storicistica dalla moda sociologica; ma anche per alcuni aspetti particolarmente militanti e aggressivi del suo rifomismo, che avrebbero avuto senso non massimalistico solo se formulati in un'altra Italia, in un altro Mezzogiorno. Accennerò solo, aggiungendo che ognuno di quei punti di vista era difendibile, ma che tutti assieme sommavano a una massa di richieste insopportabile per la concreta società in isviluppo che avevamo dinanzi, alla polemica intransigente contro i « tempi lunghi » di Einaudi (forse che la nostra polemica ha contribuito anche di poco a ridurli a « tempi brevi » ?), all'indicazione dei « disincentivi » come mezzo importante ·di sviluppo del Mezzo12

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