L'Acquario fra i ,narosi biamo fatto. Qui si crede di strumentalizzare l'Istituto a fini propri: da quasi due anni aspettiamo uno Statuto che è pronto; siamo senza Statuto, senza soldi, senza capireparto, senza lavoro per un motivo egoistico. Il sindacato ha la sua grande responsabilità perché non ha saputo tenere i limiti, ha contribuito a confondere le idee, ha torto il braccio al Ministero ... ». Pietro Dohrn soffre della situazione d'isolamento in cui è stato confinato da quando non è più Direttore: « Ho implorato che mi si dia un lavoro. Mi e stata rifiutata persino la barca da me costruita per Ponza, mi si rifiuta l'attività scientifica, spirituale, non dandomi alcuna mansione. Dal punto di vista egoistico è piacevole, da quello etico è molto gravoso. Quando le autorità competenti italiane mi rifiutarono i fondi necessari per ricostruire l'Istituto, mi si è rimproverato di non aver esitato a mettere in piazza all'estero l'i1npossibilità di avere aiuti in un 1nomento in cui bisognava rifare una dopo l'altra le strutture dell'Istituto. Il primo Commissario Straordinario a pochi 1nesi dalla nomina andò al Ministero e si fece dare i 200 milioni che ci mancavano minacciando di andarsene se non li avesse avuti. Col secondo Commissario questo sistema non ha funzionato ... Certo la gestione co1nmissariale resterà imperitura se ci si ostina a chiedere l'in1possibile nel nuovo Statuto ... Ci sarebbe bisogno di noi non solo per l'Italia ma anche per il Terzo Mondo ... La scienza pura è un lusso; tuttavia senza scartare le ricerche di base bisognerebbe far funzionare la Stazione per necessità più im1nediate, iinperative, delJa comunità non solo italiana ma dell'intero Mediterraneo, cominciando per esempio ad elaborare i dati che servono disperatamente al Parlamento italiano. Qualche mese fa ci fu un convegno italo-francese a Montecitorio, e volevano i dati sull'inquinamento delle nostre acque. Dei cinque esperti convocati, io solo presentai una relazione, che avevo fatta a Castellabate ( dove ho creato un parco marino e un laboratorio con dei ricercatori che non hanno avuto il permesso di lavorare all'Acquario). Se ho bisogno di fare delle analisi, devo chiedere il favore di farmele in Inghilterra. Il numero degli ospiti stranieri decresce perché non è più gradevole lavorare qui: sta diventando un istituto universitario come tanti che si fanno la guerra l'un l'altro. E pensare che c'è l'UNESCO che non sa dove sbattere i soldi per i ricercatori del Terzo Mondo! Qui tenendo fuori la ricerca dell'ospite co1ne secondaria fanno anche un pessimo· affare. Da quando c'è il regime con1missariale non si fanno più ricerche, non si pubblica più niente ». Pietro Dohrn non è contrario ad un programma prestabilito da svolgere nell'Istituto, ma ritiene che a questo programma obbligato il personale scientifico dell'Istituto potrebbe dedicare mezza giornata la137
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