At1assi1nalisn10, trasforn1is1110, rifor111isn10 vano a che fare con quelli della realtà e fondato su questa operazione assurda i propri piani? O aver partecipato alla grande sarabanda sul corpo dell'Università, salvo a cercare di rimediarvi in extremis, dopo che tutti hanno già scontato gli effetti, con la proposta di concorsi « seri » o « aperti »? Né lo stesso partito socialdemocratico, nel suo periodo più belligerante contro il massimalismo, può essere esentato da ogni responsabilità, e per il suo contributo ai pasticci Misasi, e per aver accettato da Rumor che le elezioni regionali venissero indette pdma di una legge che ne definisse le funzioni, lasciando così una enorme materia di litigio (e litigio politico) alla Corte Costituzionale; e persino la compo:q.ente socialdemocratica della U.I.L., di cui nessuno può certo mettere in dubbio che sia stata la prima a opporsi al pansindacalismo, ma che ha scelto la via tattica dell'autonomia dell'organizzazione, piuttosto che la via difficile, strategica, redditizia solo a lunga scadenza, dell'opposizione di metodo. Non importa poi molto che gli stolti scioperi antigovernativi e per le riforme siano patrocinati da un'alleanza (in forma attenuata) piuttosto che da una organizzazione unitaria la quale dovesse fare i conti con una esplicita critica di n1etodo, sia pur minoritaria, al suo interno. E infine, toccante l'intero schieramento laico, si vide mai operazione più massimalistica del rifiuto di portare di fronte al suffragio popolare la più savia e moderata riforma civile votata in Parlamento, il divorzio, squalificando così anni di agitazione che avrebbero dovuto essere anche di educazione? Ma perché lin1itarsi alla cosiddetta« classe politica » (essa stessa espressione di sapore massimalistico, perché coinvolge in responsabilità generiche critiche le quali, o riguardano precisamente alcuni gruppi e partiti, oppure è una sorta di alibi per non affrontare il problema dei difetti del nostro sistema parlamentare, della debolezza dell'esecutivo, della fiacchezza dei Presidenti del Consiglio)? La verità è che questo « massimalismo delle riforme >> pervade tutto il paese; che ne è satura fino al midollo la categoria giornalistica, il cui « qualunquismo » degli anni cinquanta si è mutato lentamente, con il mutare degli indirizzi in alto loco, in « massimalismo riformista» senza mutar la sua profonda natura. Per limitarci alla politica estera, quello che era un fenomeno marginale, l'antiamericanismo, si è mutato per parecchi colleghi « militanti » (a assai buon pJ.ercato, secondo il nostro debole parere), in un fatto massiccio. Siamo saturi di antinixoniani, indifferentemente « mcgoverniti », « tupamaros » o vietnamiti o fedain: hanno il loro nido pre11
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