Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

Marinella Balestrieri Terrasi Da tempo, infatti, si è fatta presente l'opportunità di affrontare i problemi regionali nell'ambito di aree economiche più vaste di quelle delimitate dai tradizionali confini regionali e in ·particolare per alcune di esse sono stati proposti gli ambiti territoriali a cui fare riferimento 4 • Resta, infine, da prendere in considerazione quella parte dei documenti programmatici in cui si affronta il problema di definire il ruolo dell'Ente Regione nell'ambito degli indirizzi istituzionali suggeriti dalla impostazione del Programma. Dalla lettura di queste pagine emerge, a nostro avviso, una visione decisamente « efficientistica » dell'ordinamento regionale. Il ruolo delle Regioni è visto, infatti, con1e strettamente connesso alla trasformazione di tutta l'Amministrazione pubblica. Da una parte, a livello centrale si deve sviluppare un'attività finalizzata sia al.l'emanazione di indirizzi e al coordinamento delle iniziative proprie delle amministrazioni regionali, sia alla direzione dell'attività propria dell'organizzazione pubblica centrale; dall'altra, la Regione si vede attribuiti « i compiti principali di amn1inistrazione attiva e di gestione dei servizi collettivi » nell'ambito degli indirizzi stabiliti dal centro. Più in particolare, i documenti si soffermano sulla necessità che, ai fini dell'attuazione del Progra1nma, l'Amministrazione pubblica, periferica e centrale, operi secondo gli obiettivi e le linee programmatiche in esso contenuti: « deve essere perciò superato l'attuale assetto dell'organizzazione amministrativa che ha consentito la commistione dei compiti di indirizzo e di attività operative, impedendo così la necessaria prevalenza degli indirizzi espressi in sede politica nei confronti della struttura organizzativa incaricata dell'attuazione degli interventi ». A tal fine, nelle materie di con1petenza delle Regioni, compito dell'Amministrazione centrale diventa soprattutto quello di fornire elaborazioni tecniche, strumentali all'attività di indirizzo e coordinamento degli interventi regionali che compete ai centri collegiali di responsabilità governativa. L'indirizzo, il coordinamento e la programmazione diventano cosi gli strumenti tipici del rapporto che le autorità nazionali intrattengono non soltanto con le Regioni, 1na con lo stesso apparato che effettua gli interventi di competenza statale. Un'impostazione di questo tipo accentua, a nostro avviso, il ruolo 4 Ad esempio, si è parlato di un'area settentrionale formata da Piemonte, Liguria, Emilia e Lombardia e di un'area centrale formata da Toscana, Umbria, Marche e Alto Lazio. Cfr. Politica territoriale e istituzioni, in « Mondo Economico», 24 maggio 1969 e Una politica per l'Italia Centrale nel secondo piano economico quinquennale 1971-75, in « Mondo Economico», 18 dicembre 1971. 122

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