Le Regioni e il Programma dal basso verso l'alto, e ha essenzialmente il compito di coordinare e unificare in un quadro consistente i diversi piani regionali. Le procedure attraverso cui dovrebbe avere luogo tale 111omento di sintesi non hanno ricevuto finora molta attenzione e non c'è dubbio che da un punto di vista tecnico la pianificazione dall'alto vanti un numero assai maggiore di esperienze. Inoltre, si fa spesso notare come la pianificazione dal basso si adatti meglio a paesi che hanno già raggiunto un elevato grado di sviluppo economico. Nei primi stadi dello sviluppo, quando le risorse disponibili sono scarse e deve essere ancora creata una struttura capace di attrarre gli investimenti, la concorrenza tra regioni in un quadro di pianificazione regionale dal basso sarebbe elevata e si arriverebbe facilmente alla dispersione delle risorse in tutto il paese. In un secondo stadio dello sviluppo, quando si tratta di correggere gli squilibri settoriali e territoriali che hanno avuto luogo nella prima fase, la pianificazione regionale dal basso favorirebbe le regioni più avanzate e perpetuerebbe la struttura dualistica dell'econon1ia. Solo nello stadio finale dello sviluppo, quando gli squilibri strutturali sono stati corretti, la pianificazione dal basso si rivelerebbe conveniente e potrebbe valorizzare le maggiori possibilità di partecipazione della popolazione alle scelte della pianificazione. Sempre che si dia vita a meccan1sm1 1n grado di armonizzare i singoli piani nell'unico quadro nazionale. Oggi le due concezioni della pianificazione regionale che abbiamo illustrato non vengono più contrapposte come nel passato, ma si suggerisce una soluzione intermedia, grazie alla quale piano nazionale e piani regionali trovino la loro integrazione in un processo di interazione continua. Fermo restando il principio generale su cui si basano i processi di decentra1nento della pianificazione, e cioè l'opportunità che tutte le decisioni per le quali non sorgono conflitti interregionali vadano lasciate alle singole Regioni, in modo da utilizzare la migliore conoscenza delle situazioni locali che esse hanno ed evitare i conflitti che si accendono tra centro e periferia, si sostiene che le Regioni possono apportare un utile contributo anche nelle altre fasi del processo di pianificazione. Si suggerisce, cioè, che il processo di pianificazione si svolga attraverso una serie di approssimazioni successive, che vedono Stato e Regioni. effettuare separatamente e poi confrontare le proprie decisioni in materie collegate. Un approccio dello stesso genere è spesso adoperato per la soluzione dei problemi di programmazione matematica, che vengono decomposti in parti diversé e risolti per fasi" successive piuttosto ·che simul117
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