., Marinella Balestrieri Terrasi azioni programmatiche e di verificare gli effetti del Programma Nazionale nei confronti delle singole popolazioni regionali. Si potrebbe obiettare che gli aspetti regionali sono tenuti volutamente in ombra per lasciare tempo alle Regioni di sperimentare e consolidare l'autonomia recente111ente acquisita, prima che si fissi in un apparato di norme rigide una particolare struttura destinata poi a ripetersi nel tempo. A nostro avviso, una giustificazione di questo genere si adatta, se mai, al rinvio della discussione del disegno di legge sulle procedure della pianificazione, il cui iter parlamentare è stato bloccato da tempo. Il Programma sarebbe stato invece la sede più adatta proprio per effettuare la sperimentazione di cui si parla e proporre delle soluzioni sul modo di regolare i rapporti tra pianificazione regionale e pianificazione nazionale. È noto, del resto, che un'impostazione di questo genere ha prevalso per altri problemi, con riferimento ai quali si sono proposte in via sperimentale una serie di iniziative. Per quanto riguarda l'articolazione regionale del piano, inoltre, occorre chiarire come la scelta del momento in cui effettuarla sia già una decisione rilevante che condiziona il tipo di problemi regionali che è possibile affrontare. Il Programma, dunque, piuttosto che rinviare il problema dell'articolazione regionale, sottintende un modo particolare di concepirla. Nelle pagine che seguono intendiamo esaminare con maggiore dettaglio gli aspetti regionali del Programma Economico 1971-1975 che è possibile desumere dai documenti citati. A tal fine riteniamo necessario avere ben chiari due punti di riferimento: l'attuazione dell'ordinamento regionale in Italia e gli aspetti metodologici della pianificazione regionale. Per questo, richiameremo brevemente tali punti prima di passare all'esame dei documenti. L'attuazione dell' ordinan1ento regionale Secondo un parere ormai affermatosi, l'ordinamento regionale che si sta attuando in Italia non trae esclusivamente dalla Costituzione i suoi principi ispiratori, 111arisponde anche ad esigenze nuove, maturate durante quei venti e più anni che separano il momento in cui l'autonomia regionale fu concepita e il momento in cui si è deciso di attuarla. La Costituzione dava dell'autonomia regionale un'interpretazione «garantista», e cioè concedeva alle Regioni l'autonomia legislativa, nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato, e le relative funzioni a111ministrative in un gruppo di materie di cui le più rilevanti sono: assistenza sanitaria, istruzione artigiana e professionale, 112
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