Vittorio Barbati vanno rimeditate per tener conto anche dei rnolti problemi che la fisionomia del nostro paese pone. Alle regioni appena istituite la società italiana degli anni '70, in una profonda crisi di trasformazione, chiede molto di più di quanto i costituenti pensarono dovesse e potesse essere il compito di questo istituto ». Più oltre, lo stesso Nori ha posto l'accento su quello che è stato il punto critico cli tutte le impostazioni regionali di questi anni, e, si può dire, anche dello stesso convegno: « Ma un 1nodello istituzionale che tenga conto delle esigenze presenti e riscuota un sufficiente consenso, stenta ad emergere: anche perché gli ' addetti ai lavori ' delle varie discipline interessate hanno finora, per lo più, operato su piani paralleli, con scarse occasioni di integrazioni reciproche ». In realtà, proprio questa è una delle strozzature da superare. L'elaborazione di n1odelli regionali, e potremmo anche aggiungere di 1nodelli « di comportamento » relativi ai rapporti Stato-Regioni, Comunità Europee-Stato-Regioni e Comunità Europee-Regioni (data la tendenza già manifestata dalle Co1nunità Europee a regolare anche molte questioni di interesse regionale che possono rientrare nelle loro attribuzioni), può avere un senso solo se viene compiuta su basi « interdisciplinari ». Sempre a proposito del convegno, soffermeremo ora la nostra attenzione su qualche intervento particolarmente significativo ai fini del nostro discorso. Livio Paladin, Ordinario di diritto costituzionale presso l'Università di Padova, ha sottolineato che la legislazione _statale ha già cominciato a porre, prima ancora che le Regioni divenissero operanti (ad es. con la legge edilizia 22 ottobre 1971, n. 865), o addirittura prima che nascessero (con la legge ospedaliera 12 febbraio 1968, n. 132), pesanti vincoli all'autonomia legislativa delle Regioni stesse, ed ha concluso preconizzando che queste ultime finiranno col divenire degli Enti autarchici, sia pure di nuovo genere per poteri e dimensioni, perché sarà sacrificata la loro autonomia politica a vantaggio della loro autonomia amministrativa. Alberto De Roberto, Consigliere di Stato, ha osservato che, date le difficoltà di interpretazione della normativa in materia, « non è difficile prevedere» che inevitabilmente le Regioni sconfineranno (anche non intenzionalmente) nel campo delle illegittimità, nello svolgimento della loro azione amministrativa. Già da queste due relazioni si possono trarre considerazioni amare, confermate dagli interventi di altri partecipanti al convegno. L'istituto regionale è appena nato, almeno per quanto riguarda le Regioni a statuto 108
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