Massin1alismo, trasforn1is1no, rifonnismo teorizzazione, nei discorsi o in genere negli interventi di Riccardo Lombardi nei Comitati Centrali e nei Congressi socialisti. È stato Riccardo Lombardi che ha inventato l'idea della rifor1na « sasso nell'ingranaggio » del sistema, quasi che una riforma, la quale impedisca al sistema economico di funzionare e svilupparsi, possa mai avere efficacia altrimenti che nella lotta per il potere; è stato Riccardo Lombardi che accettato la possibilità di staccare o sostituire pezzi di un meccanismo economico in isviluppo senza rallentarne la corsa; è stato Riccardo Lombardi che ha affermato la necessità di adeguare « non i bisogni al sistema, ma il sistema ai bisogni »; come se esistesse un qualsiasi sistema, spinto o avanzato che sia il grado del suo egualitarismo quanto si voglia, che possa adeguarsi ai bisogni, a tutti i bisogni, senza previa definizione di essi. E l'elenco potrebbe continuare: perché, che cosa è la teoria degli « equilibri più avanzati » dell'on. De Martino (specialmente se congiunta nella candida fede dell'« irreversibilità » delle tendenze) se non l'affermazione simultanea di due maggioranze, una attuale e possibile, ma svalutata dalla stessa considerazione che se ne fa coine di un ponte di passaggio verso altre formule, e un'altra non attuale, ma molto più desiderabile di essa? Che cosa, se non una concessione di fondo (del resto convalidata dall'atteggiamento del suo giornale in ogni singolo problema) alla affermazione dello stesso Riccardo Lombardi che la forza decisiva per l'attuazione del progresso in Italia non potesse essere la politica del suo partito, il P.S.I., per cui pure si chiedevano i voti al cittadino, ma quella di uno schieramento nuovo, la forza nuova e indistinta delle masse, ponendosi in tal modo il P.S.I. come se1nplice ausiliario delle sinistre radicali e contestatrici in quasi ogni circostanza, specie se coinvolgente l'ordine pubblico? Abbiamo trascelto i nostri esempi dall'ambito del P.S.I., che è, come la sinistra democristiana, il partito in cui essi sono più osservabili. Ma non c'è, si può dire, partito, anzi non c'è frazione di partito che a questo massimalismo non abbia fatto qualche concessione. Per restare nell'ambito del socialismo, ricorderemo che il partito unificato (che dopotutto univa le sue forze dopo una cri.si delle sinistre totalitarie, dopo l'evoluzione seguita alla repressione della Comune Ungherese) condannava a pari titolo massimalismo e riformismo, dimenticando che l'unica via possibile al socialismo democratico è quella delle riforme: e proprio non delle riforme « di tipo nuovo », di cui è da diffidare come delle democrazie « di 9
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