Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

I nodi delle Regioni È necessario dunque adottare, per la definizione dei compiti degli organismi pubblici, criteri più elastici, e soprattutto più idonei a consentire (ovviamente entro certi limiti) adattamenti automatici ed adeguati al mutare de11e situazioni. E quindi è necessario individuare, in base a criteri funzionali e non in base a criteri meramente giuridici, due categorie di compiti da assegnare agli organismi pubblici: quelli « specifici » di ciascuno di essi, e quelli « con1uni » che possono essere assolti solo attraverso la collaborazione di più Enti. Dato il tema di questo articolo, è opportuno considerare, sia pure genericamente, i fini, « specifici » e « comuni », che oggi, nel quadro della realtà in atto ed in potenza, possono essere attribuiti allo Stato ed alle Regioni, tralasciando l'esame dei fini che possono essere assegnati ad altri organismi pubblici. La difesa nazionale, la giustizia, la sicurezza pubblica e le relazioni internazionali rientrano fra i compiti « specifici » dello Stato, e certamente nessuno pensa di attribuirli alle Regioni. Semmai, se si giungerà ad uni'ntegrazione politica dell'Europa occidentale, tali compiti potranno essere attribuiti, in tutto o in parte, alla nuova entità che nascerà da tale integrazione. Il discorso diventa più complicato, e più scottante, quando si passa all'esame dei compiti economici e sociali del sistema pubblico. Qui sorgono le maggiori controversie sulle attribuzioni derivanti da tali compiti, sui poteri dello Stato e sull'autonomia politica ed amministrativa delle Regioni. Nelle grandi linee, questi compiti economici e sociali - è bene notare che si tratta delle due facce della stessa medaglia, perché solo in un sistema economicamente sano è possibile disporre di quegli incre1nenti di reddito che possono consentire iniziative veramente valide ed incisive sul piano sociale - possono essere riassunti nell'obiettivo di assicurare a tutto il paese uno sviluppo equilibrato. Il conseguimento di questo obiettivo richiede una serie di interventi pubblici, differenziati e coordinati, miranti sia a creare, quando mancano o sono insufficienti, le condizioni necessarie a favorire il citato sviluppo, sia ad eliminare, o a ridurre ad un livello accettabile, le cause di rita:rido e di squilibrio che lo ostacolano: interventi di propulsione nei settori-chiave, interventi di correzione dei fattori negativi, interventi di incentivazione di determi-- nate iniziative, interventi di sostegno a favore delle aree e dei settori che attraversano situazioni critiche o non riescono a realizzare un effettivo « decollo », eccetera. In linea teorica, il criterio per la definizione delle competenze relative a tali interventi non si presta a controversie: gli interventi che 101

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