Maria Laura Gasparini quindi, scelte di fondo, dirette a favorire l'occupazione dei lavoratori nell'Italia meridionale, mediante la realizzazione di strutture idonee al fine di bloccare l'esodo. Occorre elaborare ed attuare una politica attiva della manodopera, tesa a realizzare il pieno impiego. Il problema cioè è quello di rallentare l'esodo dalle campagne e dalle città del Sud; e ciò, ci sembra, si possa fare soltanto affrontando l'altro fondamentale problema: quello dell'occupazione. Si dovrebbe perciò assicurare ai meridionali posti di lavoro nelle attività extra-agricole; e assicurarli nel Mezzogiorno stesso per frenare e ridurre in limiti fisiologjci i flussi migratori. È chiaro infatti che i due fenomeni dell'emigrazione e dell'occupazione sono strettamente legati tra di loro, così come gli effetti sono legati alle loro cause. E perciò, come abbiamo detto, per la risoluzione dell'uno è assolutam,ente necessario partire da una attenta ricognizione delle possibilità concrete di affrontare l'altro con una pii.1 diffusa ed intensa industrializzazione delle regioni meridionali. Purtroppo, però, quanto si pensava potesse farsi in questo senso per le zone del Sud non ha dato i risultati sperati, anche se da più parti si continua a sostenere che, date le particolari e gravi circostanze, non era assolutamente possibile fare di più. E così, ancora per molto tempo, le regioni meridionali continueranno a svolgere la funzione di fornitrici di manodopera ad altre regioni. Di quali regioni si tratta? L'esodo interessa, prevalentemente, l'Abruzzo, il Molise, la Campania, la Basilicata, la Calabria; la meta è costituita soprattutto dal Piemonte e dalla Lombardia. Quali saranno le più immediate conse .. guenze? Da una parte, l'ulteriore depauperamento delle zone maggiormente interessate all'esodo (si calcola che l'Abruzzo, il Molise, la Basilicata e la Calabria vedranno progressivamente diminuire la loro popolazione negli anni futuri); dall'altra, la ulteriore congestione, sia demografica ohe industriale, delle zone che, eufemistican1ente, si definiscono di accoglienza. Se non si pone un freno, il problema non avrà mai una soluzione. Se si continuerà, cioè, a concentrare nelle regioni settentrionali gli investimenti industriali, e quindi i nuovi posti di lavoro, il ricorso alla emigrazione sarà inevitabile. Se continueranno ad essere gli uomini ad andare verso le macchine, e non viceversa, il fenomeno del depauperamento delle regioni meridionali continuerà a manifestarsi in termini sempre più evidenti, e sempre, nei prossimi censimenti, che di dieci anni in dieci anni saranno fatti, seguiteremo a dover registrare, accanto ad un aumento netto e costante della popolazione nelle regioni settentrionali, una diminuzione altrettanto netta e continua della popolazione nel « povero e derelitto» Sud. E nel Nord, sempre più « meridionalizzato», il dramma dell'integrazione, dell'assimilazione, dell'adattamento potrebbe dar luogo anche a fenomeni di razzismo non più soltanto qualunquistici. Fatte salve, naturalmente, le benemerenze degli Aunarumma e dei Poveromo che salvano con la vita quanto resta del sentimento di unità nazionale. Del resto, il giOivane del Gargano che dopo due anni di Torino decide di scivolare fuori della vita e certi commenti seguiti al suo suicidio costituiscono già, ove ce ne fosse stato bisogno, un monito tremendo. MARIA LAURA GASPARINI 90
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==