Giornale a più voci È fondamentale per Durkheim - conformemente all'impostazione positivistica del suo discorso - l'introduzione di questo principio nella ricerca sociologica: « tutto quello che essa [sociologia] domanda che le venga accordato è che il principio di causalità si applichi ai fenomeni sociali. Ancora, questo principio è da essa posto non come necessità razionale, ma soltanto eome un postulato empirico, prodotto d'una induzione legittima». Perché la ricerca abbia un valore scientifico, è necessario, da un lato, che si reperisca un oggetto specifico della sociologia e, dall'altro, che lo studioso si avvalga di un metodo adeguato, quanto più possibile razionale, tale che sia garante della rigorosità dei risultati, anche se è vero che « per quel che riguarda il metodo [ ...], non si può mai fare altro che del provvisorio, perché i metodi cainbiano a misura che la scienza progredisce». In effetti, sebbene nell'opera in questione Durkheim non avanzi affatto incertezza alcuna circa la validità in campo scientifico del principio di causalità, egli ben vede come i fenomeni sociali rappresentino una sfera « oggettiva » particolare: ivi la causalità funziona come criterio interno di comprensione. « La causa determinante d'un fatto sociale - egli scrive -· deve essere ricercata fra i fatti sociali anteriori e non fra gli stati della coscienza individuale»; e più aventi precisa che « il concetto dell'ambiente sociale come fattore determinante dell'evoluzione collettiva è della massima importanza. Perché se lo si rigetta, la sociologia è nell'imposs.ibilità di stabilire un qualsiasi rapporto di causalità». Il fatto sociale diviene intelligibile, per così dire, all'interno di un determinato campo sociologico, non può essere spiegato a prescindere da quel tutto che è l'ambiente ·sociale. Comunque, il « metodo delle variazioni concomitanti» che Durkheim propone e che « si potrebbe chiamare 'genetico'» perché fornisce « immediatamente l'analisi e la sintesi del fenomeno» esprime chiaramente l'esigenza di una metodologia scientifica nell'ambito della ricerca sociologica. E tuttavia, il momento più interessante ed anche più profondo dell'analisi di Durkheim va ravvisato nelle considerazioni che egli avanza circa la consistenza dei fatti sociali; essi - ed è quello il punto essenziale - « devono essere trattati come delle cose». « È 'cosa' - egli afferma - qualsiasi oggetto di conoscenza che non è naturalmente compenetrabile alla intelligenza, tutto quello di cui non possiamo formarci una nozione adeguata con un semplice processo d'analisi mentale, tutto quello che lo spirito non può arrivare a capire che a condizione di uscire da. se stesso, mediante osservazioni e sperimentazioni, passando dai caratteri più esterni e più immediatamente accessibili ai meno visibili e più profondi ». La «cosa», insomma, non è «idea»: essa presenta una maggiore impenetrabilità e resistenza - come vedremo - sia alla volontà che all'intelligenza. L'interpretazione del fatto sociale come cosa determina una sorta di taglio e separazione tra i fenomeni della coscienza collettiva e quelli della coscienza individuale. Come già detto, la· sociologia. si libera definitivamente da ogni implicazione psicologica e si costituisce come scienza: « trattare dei fenomeni 79
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==