I Antifascismo e postf ascismo mai considerati nelle loro implicazioni. Non solo. Ma la cultura di destra, nel suo doppio momento di incubatrice dell'intellettuale liturgico, o da Action française, e dell'intellettuale tecnocratico, ideologicamente neutro, non è stata mai analizzata nella sua azione generica, ma dilatante. E farlo, avrebbe implicato una sensibilità più elastica del complesso problema. Ci si è limitati, al contrario, a spacci sommari e perentori, che rivelavano talvolta semplice alterigia culturale. · Con delle valutazioni così rigide di una linea, che talvolta ha dato l'impressione di condurre un discorso culturale di prim'ordine, tutto il tradizionale quadro dell'antifascismo ha finito per essere pianificato secondo regole fisse, secondo una sensibilità appesantita. La lezione dell'antifascismo più maturo, e cioè quella di un salto di qualità sul terreno di una democrazia postilluministica, che consentisse gradualità di ricambi e un pluralismo sempre più armonico, è stata ridimensionata a vantaggio non solo e non tanto dell'atto di fede quanto a vantaggio di una costante permanentemente atomistica della vita democratica di questo venticinquennio. Nella misura in cui l'antifascismo, nella sua duplice componente, ha perso organicità e ritmo o non l'ha sempre ritrovata, nella misura in cui un disordinato pluralismo ideologico ha saputo confiscarlo, la costante atomistica, di u:i;iilluminismo dimezzato o di un marxismo pencolante tra il salto escatologico e il riformismo più confuso, ne ha sollecitato gli stimoli contraddittori. · Oggi, di fronte alle complesse implicazioni del neofascismo del 70, di fronte alle sue pretese sproporzionate, ma non prive di motivazioni e di addentellati, l'antifascismo si trova in difficoltà sul terreno della diagnosi e del rinnovamento dei suoi contenuti di lotta. Lo stesso stato ansioso dell'attuale dialettica politica sta a dimostrarlo. Di fronte all'ipotesi di una tecnocrazia pianificata, secondo le preferenze di Spirito o il distacco compiaciuto dei radicalconservatori, il complesso umanesimo antifascista, che è stato ed è sempre l'espressione migliore del nostro dibattito culturale, si ripiega in se stesso, alla ricerca di una nuova misura di uomo, pagando la taglia difficile di un nuovo antagonismo, della contestazione nei confronti della tirannia tecnocratica, l'unica forma com-. piaciuta ed -edificante dell'ipotesi totalitaria dei nostri giorni, in grado di dare tono e consistenza al neofascismo italiano. MANLIO DI LALLA 77
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