Antifascismo e postfascismo controrivoluzione soporifera e apparentemente legalitaria, sostanzialmente presidenzialista sul terreno istituzionale, con una rinnovata ed aulica convergenza tra il trono e l'altare. I partiti dell'arco democratico sono soggetti, in misura maggiore o minore, a queste seduzioni di una nuova celebrazione di unità di intenti, carismatica sul terreno dell'autorità, aulica sul piano del costume, nostalgicamente mistica nella rievocazione delle memorie e dei perduti affetti. Sintomi sempre più aperti di queste seduzioni circolano diffusamente e fanno· leva sul disordinato pluralismo ideologico, sulle prospettive confuse di questa congiuntura storica, per sollecitarle nel loro disorientamento e nella ripresa operativa su nuove basi. La condizione problematica e pendolare, di sempre più diffusa inquietudine, del nostro riformismo democratico-liberale sia progressista che conservatore degli anni 50 e 60, fino ormai ai nostri giorni, non può non coinvolgere il discorso sulle alternative a questo tipo di democrazia agile ma dai contenuti stentorei. Ed è ancora sul tema dell'antifascismo che si sconta il discorso, che si definiscono certe potenzialità contraddittorie di sviluppo politico e culturale. Ritorniamo dunque a Ugo Spirito e alle sue affermazioni sull'antifascismo. Dal momento che Spirito ci delinea una tecnocrazia pianificata come alternativa all'attuale democrazia contrattualista e ci ipotizza l'esaurimento della parabola antifascista come costante di negazione dell'attuale venticinquennio, in che misura le ipotesi di Spirito possono essere favorite dalle linee di tendenza della nostra società? Il discorso sulle alternative non può non coinvolgere la destra neofascista e l'opposizione di sinistra proprio nel loro tentativo di egemonia articolata e di svuotamento progressivo dell'attuale impalcatura garantista. Per la destra neofascista si tratta di verificare in che misura il pretenzioso tentativo almirantiano può riuscire a delinearci una fitta trama di alleanze intermedie, sul terreno politico e culturale, precisando i presupposti di un'alternativa antiilluministica all'attuale quadro politico, aggiornando al tempo stesso quella componente ideologica del primo fascismo che era l'espressione del passaggio dalla fase rurale a quella industriale della nostra società. Dal momento che i neofascisti parlano di alternativa postfascista e ritengono, con questo, di essere più spregiudicati e moderni degli- antifascisti, occorre chiedersi due cose. In primo luogo, poiché un discorso di alternativa presuppone una lettura attenta 73
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