Antifascismo e postfascismo messo sotto accusa, è stato sollecitato proprio dall'esigenza di dare una sistemazione critica a molti problemi della società industriale, problemi che avrebbero dovuto aggiornare il tradizionale modello illuminista, senza però sconfessarlo. Questa esigenza di continua rielaborazione spiega il raccordo tra i problemi della società del secondo dopoguerra e le sollecitazioni spregiudicate della società italiana del primo dopoguerra. La testimonianza illuministica sente di andare talvolta a lezione dai maestri del naturalismo politico italiano, dai Mosca e dai Pareto, e lo fa con il dovuto distacco critico. La parabola di Norberto Bobbio è esemplare in proposito. In sostanza, il liberalismo del dopoguerra, il liberalismo pluralista degli anni 50 tentava di connotarsi come osservazione scaltrita della rotazione e della formazione di poliarchie, e come sollecitazione all'aggregazione di sempre nuovi gruppi mobili in grado di dare sempre nuovi ricambi 15 • Il modello illuminista sarebbe stato così rinnovato di continuo. Il tradizionale garantismo avrebbe avuto sistematicamente boccate d'ossigeno. Senonché, questa linea di tendenza del riformismo antifascista di matrice liberale doveva subire fatalmente deJle battute d'arresto. In primo luogo, proprio il tradizionale fideismo dell'antifascismo romantico che abbiamo in precedenza sottolineato, con il suo gusto dell'ascesi mistica e dell'automacerazione, è stato portato per vocazione a sottolineare più il modello di un democratismo rigidamente legalitario, oleograficamente garantista, che il disegno di un liberalismo riccamente articolato. La dialettica garantismopluralismo, con tutte le stratificazioni ad essa connesse, doveva fatalmente sfuggire all'osservatorio di questo rigido e, al tempo stesso, romantico antifascismo. Questa mancanza di duttilità doveva necessariamente irrigidire le prospettive, tutte le prospettive. Il problema del controllo di vaste frange dell'opinione pubblica sensibilizzate per tradizione alla lezione democratico-liberale era in gran parte eluso, mentre le forze di democrazia laica che avrebbero dovuto esse e le interpreti più conseguenti di un rinnovato liberalismo antifascista a direzione illuminista incominciavano ad essere progressivamente vittime della confusione politica, dello stato ansioso a livello ideologico, in sostanza, del clima di frantumazione che caratterizzerà tanta parte della democrazia del dopoguerra. Le forze democratiche cattoliche pencolavano anch'esse tra un antifascismo 15 Sull'esig~nza di un liberalismo pluralistico postilluminista lucida è l'analisi di Nicola Matteucci, nel suo saggio, Il liberalismo in un mondo di trasformazione, Il Mulino, 1972. · 69
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==