Nord e Sud - anno XIX - n. 150 - giugno 1972

Manlio di Lalla modelli istituzionali garantisti, gli ideaJi della democrazia illuminista. Mentre, però, la .società preindustriale degli anni 20 e degli anni 30 non è stata in grado di controllare, per il concorso delle circostanze sfavorevoli, la rapidità delle trasformazioni in corso e l'impianto illuministico è stato totalmente sostituito dall'impianto di una tecnocrazia pianificata e centralizzata, il problema invece che si è posto per la società pcstindustriale degli anni 50 è stato quello di salvare parte del quadro illuministico, aggiornandolo e rettificandolo. In sostanza, l'-esigenza di incanalare l'agitato pluralismo di una società stratificata diversamente, come quella italiana del dopoguerra, innestandolo in un contesto a direzione liberal-dirigista, con un forte retroterra tecnocratico, rinnovando il vecchio modello illuminista, è stata, a pensarci bene, il tema chiave della democrazia postfascista del dopoguerra. E con tale esigenza tutte le forze politiche e i gruppi di opinione si sono scontra ti, scontando una complessa fase di assestamento, di nuovo concretismo, di decomposizione, di rinnovata aggregazione. Su tale nodo il tema tormentoso dell'antifascismo e del fascismo si è riproposto. La democrazia illuministica prefascista era stata sconfitta perché vittima della spirale atomistica. Il problema che si è posto per l'antifascismo liberal-democratico degli anni 50 era quello d'irrobustire l'illuminismo con supporti di vario genere, non esclusi quelli che avevano sorretto l'esigenza di una demoçrazia organicistica del primo dopoguerra e che poi avevano finito per dare la spinta alla dittatura. Di qui il ritorno alla teoria dell'élite di Gaetano Mosca, all'analisi delle oligarchie di Vilfredo Pareto, come lo studio attent9 di quelle implicazioni del neoidealismo italiano che sul terreno istituzionale e speculativo motivassero l'unità degli istituti storici, senza il gusto però della pianificazione totalitaria. Di qui ancora lo studio àttento della rielaborazione .speculativa di Benedetto Croce, dei suoi momenti antigiusnaturalistici come delle implicazioni illuministiche del suo liberalismo. Di qui ancora i tentativi di acquisizione dei vari ancoraggi sperimentali di matrice anglosassone, con le relative indicazioni di un dirigismo liberale aggiornato. In sostanza, l'eclettismo della cultura politica dell'antifascismo di matrice liberale degli anni 50 14 , un eclettismo successivamente più volte 14 Sul pluralismo del dibattito culturale del dopoguerra uno scritto indicativo è quello di Aldo Garosci, Questa democrazia, qui, oggi, «L'Europa», 23 maggio 1970. 68

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