Manlio di Lalla una certa parabola antifascista, non ne esaurisce minimamente i contenuti e le motivazioni. Solo l'altro momento, quello di una lucida consapevolezza postilluminista, è in grado di dare elasticità di approccio politico all'antifascismo democratico, con una rinnovata metodologia d'indagine sia per il presente che per il passato. Comunque, riteniamo che questa componente così importante dell'antifascisn10 sia essenziale nel rinnovamento dei contenuti di un'elastica strategia postfascista. La sua stessa inquieta pausa problematica, il ritornare continuamente sui vecchi motivi di meditazione culturale sono la misura di ambivalenze realmente sollecitate dall'attuale contraddittorio quadro democratico. L'altro tipo di antifascisn10, que1lo della praxis storicisticogramsciana, peraltro sostenuto da vari apporti di sperimentalismo e da inquietudini esistenziali, in una combinazione talvolta irenica e contraddittoria, sconta anch'esso nell'attuale difficile congiuntura i nodi delle sue contraddizioni 10 • Tali contraddizioni, nella varietà di altri risvolti che pure non si compongono facilmente, sono sostanzialmente due, e queste contraddizioni fanno sentire il loro peso particolarmente nell'attuale momento politico. La prima spinta fondamentale dell'antifascismo di dimensione gramsciana è stata una spinta diretta al recupero della totalità storica. La sua profonda vocazione marxhegeliana 11 era diretta a presentare l'antifascismo appunto come totalità organica che escludesse non solo il fascismo, considerato come la malattia morale dello spirito contemporaneo, con un ben preciso retroterra culturale europeo, sulle orme del Lukàcs della Distruzione della ragione, ma tutte quelle forme di antifascismo che non si potessero riportare alla matrice gramsciana. L'integralismo culturale dei comunisti negli anni 50, con la tendenza a battere in breccia soprattutto il discorso dei crociani e dei salveminiani, l'assimilazione spesso acritica delle implicazioni più corpose dell'attualismo, con la sua vocazione all'impegno integrale, corrispondeva infatti a questa precisa linea di sviluppo. Però, a tale linea se ne collegava un'altra che finiva per metterla in discussione appunto nella sua disponibilità mistica e totale, la 10 Sull'itinerario dell'antifascismo storicistico-gramsciano cfr. Sasso, Passato e presente nella storia della filosofi.a, Laterza, 1967. 11 Sulla linea della componente gramsciana dell'antifascismo, sul suo ruolo riformistico, di un riformismo spesso passivo, valide sono le indicazioni di Ugo Spirito nel suo volume, Il comunismo, Sansoni, 1965. 64
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