Nord e Sud - anno XIX - n. 150 - giugno 1972

.4.ntifascismo e postf ascismo di tanti altri intellettuali, la cui matrice e il cui itinerario è per lo più affine o parallelo, si siano rivolte a una verifica costante delle garanzie del liberalismo intese in senso operativo, come puntuale riscontro di una dinamica coscienza antifascista. Ed è ancora indicativo che questa, come, ripetiamo, altre speculazioni, abbiano inteso mediare la lezione di Cattaneo con quella di Mosca e di Pareto, con un accostamento spregiudicato che non corrisponde solo ad un tentativo irenico dell'antifascismo romantico, che pure c'è, ma che risponde all'esigenza di irrobustire con stimoli antigiusnaturalistici quello che era l'impulso eccessivamente legalitario dell'antifascismo di matrice liberal-democratica. La vecchia lezione illuministica non era in grado di fornire da sola delle ricette. Le spinte pluralistiche di questo venticinquennio, spinte che hanno messo sostanzialmente in crisi l'iinpalcatura garantista, ponevano dei problemi ben più importanti di quelli che nell'immediato dopoguerra degli anni 20 avevano reso così fragile l'atomismo democratico prefascista. Era necessario guardarsi in un certo senso indietro, chiarendo i limiti di apporti come quelli della tradizione antigiusnaturalistica, ma precisando la portata di siffatti apporti per evitare che la nuova democrazia fosse disarmata come la vecchia. Questa è stata sul terreno culturale la parabola di certo antifascismo di orientamento democratico, di dimensione psicologica liberale, di contenuti fortemente dirigisti, con risvolti jn un certo senso agilmente tecnocratici. E questa parabola che, ripetiamo, ha condizionato in particolare uomini come Bobbio, ha coinvolto buona parte dell'antifascismo liberal-democratico, condizionato dalla dialettica rigidità fideistica di certi moduli-esigenza di una flessibilità interpretativa ed operativa che anticipava nuovi modelli di svi- ·luppo democratico. La dialettica tra questi due poli connota tale antifascismo nei rapporti con il neofascismo postfascista, e lo estenua nelle sue antinomie. La denuncia quindi della Resistenza tradita, dello spirito antifascista mutilato, della cristallizzazione di un antifascismo di retroguardia che intellettuali co1ne Valiani e Calamandrei 9 hanno in più occasioni puntualizzato, se corrisponde al momento messianico di 9 La dimensione di attacco di questo antifascismo romantico è riassunta molto bene da Leo Valiani nel suo scritto, Il problema politico della nazione italiana, in Dieci anni dopo:1945-1955, Laterza, 1955. Di Piero Calamandrei cfr. La Costituzione e le leggi per· attuarla, in Dieci anni dopo, cit., uno scritto anch'esso illustrativo della sua dimensione d'attacco. 63

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==