Nord e Sud - anno XIX - n. 150 - giugno 1972

Manlio di Lalla tivi. La sua caratteristica concreta e dinamica è sempre consistita nella denuncia della cristallizzazione crescente ed oligarchica della democrazia del dopoguerra, dei suoi sottintesi di restaurazione passiva, con accenti di drastica involuzione in particolari circostanze. Il suo risvolto negativo è consistito poi in un moralismo ossessivo,. in una concezione che, nonostante la varietà del retroterra culturale, si è connotata spesso come didascalica e scarsamente dialettica nell'ipotizzare la trama concreta di una ripresa democratica intesa come salto di qualità. Tale antifascismo mistico e costituente non è stato e non è monopolio di una sola formazione politica. Culturalmente passa da Cattaneo a Salvemini, con le correnti di positivismo sociologico che a questi due maestri si sono richiamate, alla testimonianza storicistico-libertaria di Gobetti, dall'umanitarismo positivistico denso d'affiato cristiano di un intellettuale come Silone al vitalismo mistico di quei cattolici che hanno acquisito la lezione di Felice Balbo, dallo storicismo dialettico di intellettuali come Garosci e Valiani, che hanno accettato il meglio dell'illuminismo, agli approdi di un attualismo depurato di metafisica e composto come milizia politica ricca di rigore e di tensione morale. Politicamente tale antifascismo condiziona in misura maggiore o minore le formazioni di democrazia laica, costituisce la vocazione segreta di molti intellettuali comunisti che si trovano in una condizione minoritaria e di quasi tolleranza ideologica, caratterizza la molla psicologica di molte componenti deL cattolicesimo politico, quando tale molla non venga stemperata dall'etica utilitaria del compromesso di ogni giorno o dalle seduzioni dell'etereo antifascismo del tradizionalismo cattolico. Tale antifascismo è la riserva segreta e permanente di un'alternativa morale, più che allo stesso fascismo, alle potenzialità soporifere della democrazia di questo venticinquennio, che spesso hanno dettato le regole del gioco. Ma nel suo attivismo di sapore romantico vi è una vocazione all'autofrustrazione, all'introspezione psicologica esagerata, al gusto della rottura permanente, che spesso vanno a danno sia di una consumata coscienza storicistica che del senso delle prospettive riccamente articolate. Il risultato talvolta evidente del 1nessaggio di questo tipo di antifascismo è una malinconica denuncia romantica, con una vena talvolta crepuscolare di rimpianto sia per le cose che si sono fatte che per le cose che non si sono fatte. Sul terreno però di una comprensione critica del fascismo le valutazioni spesso si irrigidiscono in moduli che, se sono ricchi di 60

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