Antifascismo e postfascisn10 inìportanza per saggiare la capacità di aggregazione psicologica e culturale della polemica creata da certo aulico liberalismo conservatore. Ci troviamo, cioè, di fronte a una compagnia di ventura ideologica, per usare l'espressione gramsciana? Oppure, siamo di fronte alla presenza di poli di direzione caratteristici di una delle componenti della tradizione liberale italiana, una pres·enza favorita, nella sua azione, dal modificarsi di stati d'animo, del taglio mentale di una certa borghesia in un contesto in trasformazione? Una collocazione poi del tutto particolare è quella di un cattolico tradizionalista come Augusto del Noce sempre sul tema delJ".antifascismo. Del Noce ha scritto in più circostanze 6 che le varie interpretazioni del fascismo sono parziali e spesso lacunose; in ogni caso, non in grado di motivare globalmente, dal punto di vista transpolitico, un fenomeno così complesso. Non per niente, secondo del Noce, l'unica interpretazione del fascismo come fenomeno epocale, in chiave metapolitica, è quella di uno storico tedesco, Ernest Nolte, il quale cita poi a sua volta del Noce come l'unico autore italiano dotato su tale terreno di freschezza d'intuizione. Quali sono le conclusioni che trae del Noce, partendo da tali premesse? L'antifascismo, incapace di valutare il fascismo nella sua giusta prospettiva, ma considerandolo, spesso, come negatività pura, come semplice fenomenologia priva di qualsiasi ratio, è incapace di avere una chiara consapevolezza di se stesso e risente, quindi, di un dogmatismo d'altri tempi. Esaurita la sua fase romantica, che sarebbe quella dell'antifascismo prefascista di matrice illuministica, l'antifascismo della Resistenza si connoterebbe come rottura radicale, privo cioè del senso della tradizione e della continuità storica, come fase dello gnosticismo moderno, uno dei momenti, in altri termini, della caduta verticale dei valori 7 • A parte il pessimismo da Ecclesiaste di questo de Maistre moderno, la valutazione di del Noce non differisce molto da quella di Spirito nella considerazione dell'antifascismo, soprattutto dell'ultimo antifascismo. Il venticinquennio postbellico sarebbe caratterizzato, sia per del Noce che per Spirito, da un'ondata pura di negazione che non accenna a diminuire, da un'ondata di negazione che, per Spirito, sarebbe fascismo degenerato ed oligarchico, forma cioè. senza sostanza; per del Noce, invece, si configurerebbe come illumi6 Indicativo di questa posizione è lo scritto di del Noce, Il problema storico del fascismo, Vallecchi, 1970. 7 Cfr. il mio articolo, Le responsab!lità della Resistenza, «L'Europa», 15 giugno 1970. 55
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