Nord e Sud - anno XIX - n. 150 - giugno 1972

Antifascismo e postfascismo caratterizzati da assoluta spregiudicatezza nei confronti degli attuali moduli. Ipotizzeremo le prospettive di una tale premessa, a livello di forze politiche, nel prosieguo del discorso. Per il momento c'interessa notare che le valutazioni di Spirito sulla degenerazione oligarchica delle nostre strutture, sul loro carattere atomistico, sono comuni a scrittori la cui formazione e le cui conclusioni teorico-pratiche divergono notevolmente da quelle di tale pensatore. Così Gianfranco Miglio, uno studioso di parte cattolica e non certo dei meno autorevoli, ha ipotizzato la democrazia del futuro come sbocco tecnocratico ed irreversibilmente neocomunale, come pluralismo oligarchico e feudale che liquiderebbe inevitabilmente le vecchie strutture del policentrismo 2 • Come già Spirito, Miglio ipotizza la liquidazione della tradizionale democrazia contrattualistica e, quindi, del vecchio antifascismo come abito psicologico di un ormai consunto illuminismo romantico. Il postfascismo è visto da Miglio come piano decentrato, come ripresa della tradizione comunale sul terreno storico. ,Ma, a parte Miglio, vecchi scrittori di formazione liberale come Missiroli, Panfilo Gentile, Giuseppe Maranini hanno sostenuto il carattere dogmatico e paleo-illuminista della nostra democrazia, prodotto dell'eredità superst-atalista del vecchio fascismo 3 • Le oligarchie di molte delle nostre strutture, il pluralismo tra l'antiquato e l'avvenirista di gran parte del contesto dell'attuale venticinquennio, la surroga delle funzioni dei poteri di diritto da parte dei poteri di fatto che, secondo Maranini 4, sarebbero alla base dello svuotamento dell'attuale garantismo, tutti questi fattori, ripetiamo, perpetuerebbero l'eredità del vecchio fascismo. Il postfascismo, secondo tali scrittori di formazione liberale, non dovrebbe essere molto diverso da quello ipotizzato da Ugo Spirito: una forma di tecnocrazia, con un garantismo rigidamente ossificato in alcune componenti, quelle appunto in grado di gestire la tecnocrazia del futuro, pianificata in chiave tenuamente presidenzialista, con un profumo 2 Cfr. gli interventi molteplici di Augusto del Noce sul periodico «L'Europa», interventi nei quali l'ipotesi di Gianfranco Miglio di un'Italia neocomunale è stata sempre vista di buon occhio, a dimostrazione delle convergenze di certa intellettualità cattolica. 3 La tesi della nostra democrazia postbellica, come variante scaltrita del superstatalismo fascista, è stata sostenuta da Mario Missiroli nella sua significativa prefazione a Le opinioni sgradevoli di Panfilo Gentile. 4 Cfr. Giuseppe Maranini, Storia del potere in· Italia, 1848-1967, Vallecchi 1968. Ma tutti gli scritti di Maranini sostengono la tesi dì una democrazia postbellica, caratterizzata dalla surroga dei poteri di _diritto da parte di quelli di fatto e, quindi, svuotata nel suo disegno di :un rinnovato quadro illuministico. 53

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