Nord e Sud - anno XIX - n. 150 - giugno 1972

Cronache meridionaliste sto dopoguerra, mettendo in discussione, di fatto, l'impegno storico per l'unificazione dell'Italia. In realtà, da queste dichiarazioni sembra trasparire una preoccupazione: il nostro Paese - si dice - deve uscire dall'attuale fase di difficile congiuntura economica, e ciò può avvenire soprattutto puntando al sostegno delle imprese esistenti; e poiché le imprese esistenti sono prevalentemente concentrate nel Nord d'Italia, occorre dare priorità a questi problemi piuttosto che a quelli di uno sviluppo più equilibrato ed armonico. Questa impostazione appare viziata da limiti ed errori, ed essa non può non ·suscitare le più vive preoccupazioni in quanti credono che la soluzione dei proble1ni del Mezzogiorno è essenziale per il progresso dell'intero Paese. I o credo infatti che sotto l'etichetta delle preoccupazioni congiunturali, sotto cioè il manto delle preoccupazioni per la situazione delle imprese esistenti e de:gli occupati esistenti, si voglia far passare un modello di crescita che è già costato pesantemente al Paese tutto intero, sia in termini di migrazioni, sia in termini di congestioni e di squilibri territoriali e sociali. Se effettivamente la politica economica italiana si orientasse nei prossimi mesi a dare priorità ai problemi delle imprese esistenti, e a trovare modi e forme affinché l'uscita dal lungo « tunnel » della congiuntura avvenga senza salvaguardare le possibilità e i modi di un reale sviluppo del Mezzogiorno, se questo dovesse avvenire, io credo si potrebbe mettere una formale parola « fine » ad un intervento che pure ha avuto un significato rilevante nella storia economica italiana. Certo, le preoccupazioni per la congiuntura devono essere preminenti, ed esse interessano il Mezzogiorno in via primaria, perché senza un saggio rilevante di sviluppo del reddito nell'intero Paese non è possibile risolvere i problemi del Sud. _Ma non è certo possibile pensare di assicurare la ripresa della nostra economia, semplicemente estendendo al Nord i benefici ed i vantaggi che fino a questo momento sono stati riservati alle regioni meridionali, e che sono già insidiati dalle analoghe misure adottate da altri Paesi della CEE.· D'altra parte non vi è dubbio che nei prossimi mesi il Mezzogiorno avrebbe bisogno, esso stesso, di talune n1isure specifiche, volte a favorire. la ripresa delle attività economiche che in esso si sono localizzate come frutto, appunto, delle politiche seguite nel passato, e che hanno avuto nella Cassa per il Mezzogiorno il loro centro motore. C'è il problema dell'aumento della fiscalizzazione degli oneri sociali; c'è il problema di dare vita alla « finanziaria meridionale » prevista dalla 45

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