Nord e Sud - anno XIX - n. 150 - giugno 1972

Cronache meridionaliste acquistate a prezzi relativamente bassi da grandi impres'e straniere; anzi, l'intervento pubblico a volte è l'unica alternativa a quello di società straniere. Carli si rende conto che stiamo vivendo un periodo di profondi mutamenti strutturali e che la politica economica dovrà a sua volta essere profondamente modificata. Sulla maggior parte degli elementi della sua diagnosi sono d'accordo; cosi come sono d'accordo su diversi suoi suggerimenti (regime di cambi relativamente fissi nell'area europea, relativamente flessibili - con garanzia di can1bio - fra Europa e Stati Uniti; revisione delle norme tributarie sui titoli, specialmente obbligazionari, norme rispetto alle quali certi tabù della sinistra dovrebbero ormai cadere; e diversi altri). Su due punti debbo esprimere alcune riserve. In primo luogo, nell'illustrare i mutamenti nelle strutture economiche negli anni sessanta, come anche nella discussione della politica economica, il Mezzogiorno compare in via del tutto marginale. In secondo luogo, la cospicua espansione delle imprese pubbliche, specialmente delle imprese a partecipazione statale, è vista da Carli esclusivamente in termini negativi e critici. Queste due riserve riguardano, oltre eh.e la diagnosi, le stesse prescrizioni, esplicite o irnplicite, di politica economica. Si sente ripetere spesso eh.e il Mezzogiorno è un problema non regionale, ma nazionale; ma sembra che raramente questa affermazione sia accompagnata da una piena consapevolezza analitica e politica del suo significato. Non sono soltanto le famose economie esterne e intern.e, ma anch.e i legami e le forze d'inerzia eh.e spingono i managers dell'industria ad espandere gli impianti nelle zone già industrializzate e, spesso, congestionate. L'emigrazione dal Sud al Nord ha raggiunto, e in gran parte mantenuto, almeno nei periodi di congiuntura favorevole, livelli patologici dal PZA:ntodi vista dell'economia s'ociale e, alla lunga, anche per le economie aziendali delle zone sviluppate: i costi sociali d'insediamento, che contribuiscono potentemente al dissesto finanziario degli enti locali e alle tensioni economiche delle zone sviluppate, sono diventati sempre più onerosi, nel tempo stesso in cui le infrastrutture delle zone meridionali sono sottoutilizzate. L'emigrazione accelera il peggioramento delle zon.e agrarie meridionali suscettibili di sviluppo, là dove uno sviluppo industriale locale consentirebbe quella integrazione fra città e campagna eh.e h.a sostenuto e sostiene l'agricoltura di tante zone agrarie settentrionali: anche questo è un costo sociale dell'emigrazione Sud-Nord eh.e va messo nel conto. La crescente congestione di divers'e zone industriali spinge in alto i fitti e, più in generale, il costo della vita nelle regioni settentrionali, contribuendo, oltre eh.e alla pressione inflazionistica, alle tensioni salariali, tensioni eh.e poi si diffondono in tutta Italia, 37

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