Nord e Sud - anno XIX - n. 150 - giugno 1972

L'industria chimica fra due Piani in cui le società di Rovelli e dell'Ente minerario siciliano occuperebbero la posizione più debole. In sostanza, partecipando alla gestione consortile dello steam-cracker, che si dovrebbe impiantare nella Sicilia meridionale, la quota di mercato del 50% prevista in favore della Montedison e dell'Eni, .diverrebbe del 75 %, perché la società di Foro Bonaparte, attraverso partecipazioni incrociate nella Bastagi, finirebbe col controllare la quota del 25 % spettante alla Liquichimica. D'altra parte, mentre la SARP per le proprie esigenze avrebbe bisogno in Sicilia di almeno altre 80 mila tonn. annue di etilene, rispetto alla quota che le deriverebbe dalla gestione consortile,· la Liquichimica, con la sua partecipazione direttamente controllata dalla Montedison, finerebbe con l'impedire le possibilità di approvvigionamento di una quota di prodotto aggiuntiva che la SARP ritiene indispensabile per i propri traguardi produttivi. In questo enorme « pasticciaccio » chimico i colpi di scena e i giochi delle alleanze si al ternano con la stessa facilità con la quale in Foro Bonaparte si continua a comprare società dissestate e a realizzare operazioni di borsa non tanto oscure da mascherare gli effetti determinanti sul controllo più o meno diretto di settori produttivi strettamente legati allo sviluppo della chimica manifatturiera. Perché, in definitiva, l'obiettivo finale è proprio quello delle produzioni chimiche ad elevato valore aggiunto, le cui quote di mercato più direttamente interessano i giganti delle industrie che già monopolizzano il settore delle lavorazioni primarie. Così si comprende la scalata della Montedison al settore delle fibre e le recenti acquisizioni della Farmitalia e della Carlo Erba, tra le industrie farmaceutiche. Inoltre, poiché servono capitali freschi, si rende urgente liquidare i rami secchi o, come lo stesso Cefis li definisce, i « punti critici », e studiare una strategia comune con l'Eni in modo da far fronte unico contro terzi concorrenti nella guerra dell'etilene e garantirsi un considerevole apporto finanziario per le realizzazioni nei settori delle fibre e dei prodotti farmaceutici. Tutto qui. In termini tecnico-economici si tratterebbe di una corrente op~- razione di risanamento finaziario e di_ strategia industriale, ma in termini politici si adombra una pericolosa offensiva dell'industria privata, che rischia di compromettere, _in senso territoriale, l'operatività delle scelte di programmazione. Infatti, la GEPI e lo Stato dovrebbero, a brevissimo termine, accollarsi oneri diretti e finan29

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