Nord e Sud - anno XIX - n. 150 - giugno 1972

Tullio d'Aponte con una capacità di raffinazione, al 1971, di 625.000 tonn. annue, che, nel 1973, dovrebbero superare le 970.000 tonn. Con tali produzioni la Montedison controlla una quota del 60%· della capacità di raffinazione di etilene delle aziende italiane; quota che nel 1973 dovrebbe ridursi di poco, retrocedendo al 55%, essenzialm-ente per effetto dello sviluppo di questa capacità che si realizzerà a Gela, negli stabilimenti dell'ANIC, e a Porto Torres, in quelli della SIR. Le maggiori novità del primo piano chimico dovrebbero far sentire i loro effetti intorno al 1975, allorquando le aree chimiche delle due maggiori isole accresceranno le proprie capacità produttive di 300.000 tonn. attraverso il completamento di un impianto di steamcracker a Cagliari e la realizzazione di un nuovo centro da 400.000 tonnellate in Sicilia, dove, tuttavia, dovrà contemporaneamente chiudersi un impianto sottodimensionato per circa 80.000 tonnellate. In tal modo, già dal 1975 nelle regioni meridionali si concentrerà oltre 1'85% della capacità di produzione italiana dell'etilene; quota che sarà mantenuta rispetto al livello produttivo nazionale previsto per il 1980 e calcolato di 4.350.000 tonn. Nell'altra area chimica del paese, quella della Valle Padana, le più importanti variazioni del livello produttivo dovrebbero realizzarsi intorno al 1977 attraverso l'apertura di un nuovo centro da 400.000 tonn. e la soppressione di due impianti per circa 120.000 tonn. complessive. Sempre nello stesso 1977, l'area sarda dovrebbe raggiungere la soglia superiore del livello produttivo ipotizzato dagli Uffici del Programma, attraverso la realizzazione di un centro di crackùJ-g per 400.000 tonn. a Porto Torres e la .soppressione di due impianti minori, ciascuno di 65.000 tonn. (a Porto Torres e a Cagliari). Negli ultimi tre anni di attuazione del Progetto, tutta l'ulteriore capacità produttiva di etilene dovrà essere concentrata quasi esclusivamente in Sicilia, dove si continuerà a rafforzare l'area chimica tra Augusta e Gela e, probabilmente, si svilupperà un nuovo polo chimico nella regione occidentale, tra Sciacca e Trapani. Sul piano dei rapporti tra le imprese, l'Ispe introduce un tentativo di collaborazione, suggerendo la gestione collettiva del nuovo grande steam-cracker siciliano al quale dovrebbero interessarsi la Montedison, l'Anic, la Liquichimica e la SARP, che dovrebbe riunire la SIR (40%) e l'Ente minerario siciliano (60% ). Questo accordo doveva essere siglato nei primi mesi dell'anno, ma sembra che proprio la SARP abbia espresso seri dubbi sulla validità dell'iniziativa, in quanto i recenti rapporti fra le altre tre compartecipi dell'operazione consortile determinerebbero due fronti 28

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