Nord e Sud - anno XIX - n. 150 - giugno 1972

L'industria chimica fra due Piani gran parte di quel peso che avrebbe potuto assumere ai fini di una politica di localizzazione nel Mezzogiorno della chimica fine, l e pressanti esigenze di ristrutturazione del gigante chimico di Foro Bonaparte rischiano di coinvolgere il governo in una sorta di happening, dal quale, i~ ogni caso, uscirà un'ipotesi di sviluppo della c himica fine fortemente condizionata dai timori - più o meno fond ati - che Cefis attui la minaccia di abbandonare l'esecuzione di p rogetti per circa mille miliardi d'investimenti nel Mezzogiorno. Certamente, molto dipenderà dagli interlocutori politici che il presidente della Montedison dovrà affrontare e, in particolare, dalla loro qu alificazione di partito e, al caso, di corrente, come risulterà dallo schieramento delle alleanze che si preparano a sostenere il governo Andreotti. Tuttavia, nessuno sottovaluta l'importanza che per il nostro sistema produttivo assume il risanamento finanziario della Montedison, non solo e non tanto per i suoi riflessi ai fini di un rischiaramento del buio orizzonte dell'economia italiana, ma ancora più perché è urgente che il gigante dai piedi di argilla cessi di essere tale, prima che la sua vulnerabilità sia messa a dura prov a nel probabile scontro che contrapporrà i chimici italiani al coloss o britannico dell'Imperial Chemical Industries, allorquando i progr ammi europei di sviluppo dell'I.C.I. minacceranno, da vicino, la nostra industria. Vediamo ora, più dettagliatamente, quali sono i motivi che ci spingono a ritenere piuttosto problematico il futuro meridionalista di quel secondo piano chimico che, insieme al primo, dov rebbe costituire lo strumeuto più articolato, predisposto dall'uffici o del Programma, per pianificare lo sviluppo di un settore di punta nell'ampliamento del frontt:: produttivo dell'industria italiana. La chimica di base è monopolizzata da quattro colossi, la Montedison, l'Eni, la Sir-Rumianca e la Liquigas, alle quali fann o corona diverse piccole imprese, che si ripartiscono quelle br iciole di mercato che sfuggono al controllo dei produttori maggior i. Le lavorazioni sono realizzate sia per cracking che per reforming della nafta, secondo un rapporto quasi unitario; tuttavia, secondo i tecnici,· il processo dello steam-cracker va decisamente affermandosi e, nel 1980, dovrebbe raggiungere un livello oscillante intorno ai 3/4 del prodotto complessivo dell'industria chimica di base. Sul piano territoriale, l'unica azienda che dispone di stabili - menti fortemente decentrati in numerose aree produttive è la Montedison, presente a Marghera, Mantova, Ferrara, Brindisi e P riolo, 27 BibliotecaGino Bianco

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