, I meridionali nelle scuole del Nord Quale che sia il valore politico che certi arnbienti della contestazione vogliono attribuire a questo atteggiamento, è chiaro che sul piano pratico esso si limita a spostare nel tempo le conseguenze negative dell'impreparazione del ragazzo, senza eliminarle. Non è infatti elargendo la promozione o il diploma indipendentemente dalla preparazione e dalle capacità acquisite che si pone il ragazzo in condizione d'inserirsi vantaggiosamente nella società e nel lavoro al termine della scuola media, oppure di continuare utilmente gli studi (ne avemmo un esempio, un quarto di secolo fa, in ciò che accadde ai portatori delle promozioni e dei diplomi elargiti, per tutt'altri motivi, negli anni cruciali della guerra, 1943-45, specie nelle zone più devastate dai bombardamenti e dalle azioni belliche, anche a chi di preparazione ne aveva poca o punta). Il dire all'alunno che lui è una vittima della società e che perciò il professore lo promuove - magari con tutti sette od otto - malgrado il suo scarso profitto, può essere gratificante per entrambi, alunno e professore, ma nelle conseguenze pratiche a medio e a lungo termine è azione non molto dissimile da quella, completamente opposta nei presupposti ideologici, ·del docente di vecchio tipo il quale, accertate le carenze e giudicatele irreversibili almeno per l'anno in corso, abbandona il ragazzo al suo destino, ai margini della classe, e rivolge le sue cure agli « eletti », a coloro che lo « seguono ». Nell'uno e nell'altro caso il ragazzo non viene condotto a possedere né i metodi del lavoro intellettuale, né i mezzi tecnici dell'espressione, né i contenuti informativi e culturali, le sole cose che realmente contano, con o senza il « pezzo di carta ». Neppure sul piano psicologico questa soluzione appare valida. Non soltanto la frustrazione che deriva dall'insuccesso scolastico non viene eliminata bensì solo rinviata; ma si pongono anche le pren1esse per ingigantirla, dati gli effetti moltiplicatori che provoca l'accumulo delle carenze nei metodi, nei mezzi tecnici e nei contenuti. La soluzione autenticamente umana, e democratica, consiste nel recupero: il quale si ottiene in primo luogo dando all'alunno « più scuola ». _Si dà all'alunno più scuola prolungando innanzi tutto il calendario delle lezioni con una drastica riduzione ·delle vacanze, specie estive; poi, assicurandogli l'insegnante o gli insegnanti sin dal primo giorno di scuola, senza esiziali cambiamenti ad anno già iniziato; accogliendolo in classi poco numerose, ove possa essere seguìto da vicino dall'insegnante; garantendogli un doposcuola che sia vera 21
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