Nord e Sud - anno XIX - n. 150 - giugno 1972

Gli albanesi del Pollino della civiltà consumistica che sono più intensamente propagandati. Si è indotti a pensare che, in queste zone, tutto un mondo cli tradizioni, -tutto un modo di vivere, stia per finire. I giovani, infatti, sollecitati dal messaggio dei mass media, aspirano ad una diversa sistemazione sociale, respingendo una tradizione che non sentono più come p·ropria. E, in un certo senso, questa fine, se non giusta, è per lo meno naturale, conseguente com'è alla perdita d'importanza della matrice economica che ha generato e poi conservato quel mondo culturale. Negli ultimi tempi, comunque, si assiste ad una crescita dell'interesse per queste regioni. Da un lato, si moltiplicano i congresiSi sui problemi delle comunità albanesi, dall'altro si ;porta avanti un piano di sviluppo turistico il quale fa leva sulle attrattive naturali, ma anche su un artificioso interesse creato intorno alle feste popolari ed agli esotici costumi delle popolazioni. Mentre seri studi sul problema di queste comunità vengono affrontati dal « World Wildlife Fund » (sezione italiana) per la creazione di un parco nazionale che dovrebbe costituire una grande risorsa per l'avvenire di alcune aree del Mezzogiorno d'Italia, ed indicare una nuova politica per gli insediamenti turistici, è in fase di realizzazione un « Piano di bonifica montana » del Massiccio del Pollino: una delle consuete imprese turistiche cli rapina per la quale sono stati spesi da gruppi finanziari alloctoni cliver-si miliardi e che nel giro di pochi anni dovrebbe realizzare 5000 posti-letto, distribuiti in tre villaggi turistici, e numerosi impianti di risalita per gli sports invernali. Di qui le speranze per le comunità albanesi, di una ristrutturazione della loro economia. Di qui soprattutto il rinnovato interesse per il folklore albanese. Nel « Piano di bonifica montana » si prevede, infatti, di conservare, sotto vetro, per la delizia del turista, un etnos che si avviava verso una scomparsa dignitosa. Ma sarà un'imbalsamazione di cattivo gusto che lascerà in vita solo l'ombra di un fatto culturale. La pubblicità ci presenterà queste ombre come un oggetto indiispensabile per la nostra felicità di consumatori. MARIO CATAUDELLA 123

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