Girolamo Cotroneo gran lunga minore di quanta ne occorreva ancora nell'epoca del liberalismo borghese». Non si tratta naturalmente di una prospettiva allettante, né Horkheimer la vede come tale. Comunque sia, partendo da questa premessa, egli conclude affermando che « se oggi in Occidente avvenisse una rivoluzione, soprattutto nei paesi in cui regna ancora la democrazia, il risultato potrebbe essere. soltanto un generale peggioramento, perché sarebbe così aperta una strada più rapida e agevole verso quel controllo centralizzato e unitario che è abbastanza sensato prevedere come una prossima ventura realtà». Come si vede Horkheimer, alla maniera di Croce, giudica in modo del tutto negativo il nesso fra rivoluzione e libertà; ciò lo ha portato ad affermare che gli uomini che lottarono per la liberazione dal fascismo « ebbero come ideale e speranza, ancora una volta, la rivoluzione. Tuttavia - ha aggiunto - sono convinto che oggi l'annientamento delle istituzioni democratiche, a cui la rivoluzione inevitabilmente porterebbe, rappresenta un male peggiore dello stato presente ». Le due posizioni esaminate, opposte nei punti di partenza, opposte ancora, se si vuole, nelle conclusioni ulti1ne, coincidono tuttavia sul punto essenziale che ci interessava esaminare: e cioè sul fatto che la rivoluzione, particolarmente nei paesi democratici, non solo non accelera, ma addirittura rallenta lo sviluppo civile di un popolo. Qualche anno addietro pure Alberto Moravia ha scritto che le rivoluzioni conducono sempre a una dittatura: di sinistra, se hanno successo; di destra, se falliscono._ Naturalmente si potrebbero citare, perché certo non mancano, argomenti persuasivi e scrittori autorevoli per dimostrare la necessità e la validità della svolta rivoluzionaria e la sua insostituibilità per raggiungere livelli più alti di sviluppo sociale e civile: ma non esiste critico serio della società occidentale (e per questo abbiamo voluto ricordare Horkheimer che fra di essi è uno dei più severi) che non ritenga n1olto poco idoneo alla « rivoluzione» l'attuale status di questa parte del mondo. Eppure, proprio in questo contesto si sono andate sviluppando in questi ultimi anni una serie di teorie che indicano nella rivoluzione la sola via di uscita per una società che altrimenti sarebbe bloccata. Il fenomeno è certamente interessante proprio per la sua atipicità: · di esso, come è noto, sono state tentate molte spiegazioni, la più convincente delle quali ci è sembrata quella proposta recentemente da Vittorio Mathieu, che ha dedicato all'argomento un grosso volume (La speranza nella rivoluzione, Milano, 1972), che pur non 10
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