Nord e Sud - anno XIX - n. 150 - giugno 1972

Vittorio Barbati opera il paese. Anzi, essa deve essere orientata proprio in rapporto a tale contesto ed alle sue prospettive di evoluzione, non solo per quanto riguarda le possibili minacce da fronteggiare, n1.a anche in relazione ai possibili appoggi sui quali contare. Questi due ordini di fattori « esterni » influiscono notevolmente sulle impostazioni difensive. I primi, imponendo l'adozione di determinati indirizzi tecnici, ossia quelli più idonei a far fronte ai pericoli più probabili; i secondi, consentendo di alleggerire lo sforzo in quei settori in cui si può contare sull'apporto di forze alleate, o anche imponendo di accentuare lo sforzo nei campi in cui l'apporto alleato è minore, o nei campi in cui gli alleati hanno bisogno del nostro apporto. Il nostro paese, com'è noto, fa parte della NATO, e la sua preparazione difensiva va quindi considerata nel quadro di tale alleanza. Ed anche, eventualmente, nel contesto dei nuovi rapporti che, sempre nell'ambito di tale alleanza, potranno sorgere in seguito ad un possibile « rafforzamento » dell'Europa. Non è ovviamente possibile, in questo articolo, affrontare un'approfondita analisi dei problemi strategici che tale situazione ci pone. Basta dire che, almeno per ora, e cioè fino a quando non si perL verrà (se ci si perverrà) alla creazione di un « deterrente » nucleare europeo, dobbiamo accettare di pianificare la nostra difesa all'ombra del « deterrente » nucleare americano, e quindi di fruire di un equilibrio atomico nel quale non abbiamo voce in capitolo. Del resto, anche le altre nazioni europee della NATO - ad eccezione della Francia e della Gran Bretagna, dotate di due modesti « deterrenti » nucleari, sulla cui « credibilità » è lecito esprimere qualche dubbio - si trovano nelle nostre stesse condizioni. Il nostro vero « deterrente » atomico è costituito dal rischio di un'incontrollabile « scalata», che potrebbe coinvolgere gli arsenali delle superpotenze, ossia dall'equilibrio globale USA-URSS. Che poi questa protezione sia del tutto « credibile », sotto il profilo politico come sotto quello militare, è un altro discorso. Com'è un altro discorso quello che riguarda il prezzo 111 « moneta politica », e forse non solo politica, che bisogna pagare per averla. In questo quadro si precisano i compiti del nostro apparato difensivo. Tali compiti possono essere così indicati: a) difesa della frontiera nord-orientale; b) difesa del territorio da offese provenienti dall'aria o dal mare; 106

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