Argomenti forza lavoro, sembra ora necessario considerare più criticamente soprattutto le tendenze manifestate dal settore industriale e dal manifatturiero in particolare. Riteniamo infatti che la dinamica del settore agricolo e terziario sia un riflesso diretto e funzionale della domanda e capacità di assorbimento di lavoro che si genera nel settore industriale. Il calo dell'occupazione è conferma non solo della forte crisi congiunturale che ha caratterizzato il 1971, ma anche del persistere di una crisi strutturale che interessa da vari anni soprattutto settori ed imprese manifatturiere. Per quanto concerne i settori, da un lato diminuisce. l'impiego della forza lavoro nelle tessili, meccaniche, alimentari, legno e mobilio, minerali non metaHiferi ed altre, mentre aumenta nelle chimiche, metallurgiche, costruzione mezzi di trasporto. Se si tiene presente che i s•ettori in crisi assicurano circa il 70% dell'occupazione industriale e che quelli in espansione sono caratterizza ti da tecnologie a basse> impiego di lavoro, si comprende perché i livelli di occupazione sono sostanzialmente fermi. Tali caratteri sono ulteriormente aggravati dalla struttura aziendale delle manifatturiere caratterizzate (non a caso prevalentemente nei settori in difficoltà) dalla media e piccola impresa con alti carichi di forza e bassa efficienza produttiva. La razionalizzazione in atto non può non intaccare a fondo una simile struttura ed il processo è accelerato fortemente dalle attuali difficoltà congiunturali. La Relazione Generale rileva in proposito che si è avuto un aumento di operai solo nelle imprese industriali con oltre 500 o 1000 addetti, mentre tutte le altre classi di addetti hanno fatto registrare flessioni. Volendo trarre qualche indicazione da quanto sopra, si può concludere che: a) vi è un aspetto congiunturale da considerare. Esso presumibilmente opererà negativamente anche nel 1972, dato che, ad un eventuale aumento della domanda, si potrà far fronte con un ritorno ai ritmi normali di utilizzazione della forza lavoro occupata; b) vi è un aspetto strutturale ben più importante, in base al quale si assiste ad una redi~ stribuzione dell'occupazione all'interno dei vari settori produttivi. Settori (ed·i1nprese) ad alto impiego di mano d'opera.e strutturalmente in crisi, liberano forza lavoro che preme su quelli in espansione, o con più solide prospettive, caratterizzati da un impiego relativamente basso di lavoro. Le indicazioni desumibili da questo processo, sono per un ristagno dell'occupazione (e per un tendenziale aumento della disoccupazione, palese o occulta). Inoltre, anche nell'ipotesi di un moderato aumento della domanda di lavoro nell'industria, questa molto difficilmente sarà in grado di fronteggiare la maggiore offerta determinata dall'esodo agri101
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