Nord e Sud - anno XIX - n. 150 - giugno 1972

Autori vari mento). Viene quindi rilevata solo quando è occupata; svanisce del tutto sè è disoccupata. La consistenza del fenomeno dovrebbe ess·ere ulteriormente indagata. Basta comunque l'averne accertata l'esistenza a rendere le stime della forza lavoro (e della disoccupazione involontaria), così come sono tuttora condotte dall'ISTAT, prive di una reale e concreta attendibilità. Un quadro più significativo della situazione della forza lavoro italiana si può invece avere considerando il lato della domanda; cioè l'andamento dell'occupazione nei vari rami d'attività (agricoltura, industria, terziario). Nel 1971 si ha una stasi dell'esodo agricolo. Gli addetti calano solo dello 0,8% (contro r8% del '70). Più specificamente, si ha una diminuzione di 185.000 unità fra i permanenti. Di questi, 154.000 sono ora classificati come lavoratori marginali, 31.000 sono gli espulsi dal settore, tutti appartenenti alla categoria dei lavoratori indipendenti. Per la prima volta, da anni, si assiste ad un aumento dei lavoratori dipendenti, dovuto soprattutto al forte incremento dell'occupazione femminile (circa 24.000 unità). In sintesi, dunque: alt all'esodo agricolo, ritorno alla terra nei ruoli dipendenti soprattutto da parte della forza lavoro femminile, forte incremento della sottoccupazione (anche questa un'inversione di tendenza). Tutto ciò è un chiaro riflesso del ristagno dell'occupazione nei settori più remunerativi, che non possono assorbire la forza lavoro eccedente nell'agricoltura; eccedenza che viene così congelata sotto la specie ufficiale di sottoccupazione. _ Anche il settore industriale presenta una flessione nell'impiego di lavoro. Secondo l'ultima Relazione Generale, il -0,2% risulta dal -0,6% delle estrattive, dal + 1,4% delle manifatturiere, dal + 1,2% delle elettriche gas e acqua e del -4,9% delle costruzioni. Come si vede, c'è un incremento di occupazione nelle manifatturiere e nelle elettriche, gas e acqua. Dato lo scarso peso di queste ultime, l'elemento più interessante ci sembra la creazione di nuovi posti di lavoro nelle manifatturiere, specie nei settori n1etallurgico, chimico, meccanico e costruzione di mezzi di trasporto, la cui espansione ha più che compensato il cedimento del tessile, alimentare, ecc. (tabella 1 ). L'analisi della Relazione Generale si basa sulle rilevazioni ISTAT delle forze di lavoro (effettuato su un campione di famiglie e con riferin1ento alla totalità della manodopera alle dipendenze) ed anche su altre fonti disponibili. Non si specificano le « altre fonti » e se esse si riferiscano anche agli anni 1970 e 1969 con i quali si fanno i confronti. Contrastano, con tale andamento dell'occupazione nelle manifattu98

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