Nord e Sud - anno XIX - n. 149 - maggio 1972

Argomenti spettiva di disporre nel settentrione di ulteriori quantitativi di gas natural'e provenienti sia dai giacimenti che si rinverranno in seguito alle ricerche minerarie in corso, specialmente nell'Adriatico, sia dall'importazione. Ma, soprattutto, il potenziamento, specialmente nell'Italia meridionale, della rete dei 1netanodotti costituisce lo strumento più valido per l'attuazione della politica cui si è appena accennato. Il potenziamento di una rete di metanodotti « non concepita soltanto come mezzo tecnico di trasporto e di distribuzione, bensì come strumento fondamentale di attuazione di una politica energetica conforn1e agli obiettivi della politica di sviluppo economico del paese ». La politica dell'ENI di estendere l'offerta di gas naturale a tutti i consumatori attuali e potenziali, si dice ancora nel citato documento, « trova ampio campo di applicazione nel Centro-Sud, dove esiste un mercato potenziale considerevole e suscettibile di ampi sviluppi, tuttora acquisito al gas soltanto in piccola parte ». Poiché non è obiettivamente ipotizzabile un apporto « massiccio » di gas dal sottosuolo italiano, per far fronte ai bisogni in espansione sarà necessario il ricorso alla importazione che appare come « l'unica soluzione che consenta di coprire quelle quote del mercato potenziale ancora acquisibili nelle regioni già servite e di rifornire le regioni finitime non ancora raggiunte dalle rete ». Accanto alle importazioni bisogna, poi, mettere in bilancio la costruzione degli impianti di « rigassificazione » per il prodotto proveniente via n1are nelle metaniere. Tali navi, infatti, come è noto, trasportano il gas sotto forma liquida e quindi occorre che esso sia, poi, rigassificato prima di essere immesso nei metanodotti. Impianti di questo tipo entreranno in funzione a Panigallia e in Sicilia. Si prevede, poi, la costruzione da Tarvisio a Sergnano, nel baricentro della valle padana, di una in1portante linea « dorsale » che, allacciandosi ad un grande gasdotto proveniente dall'URSS, via Cecoslovacchia-Austria, trasporterà il metano importato dall'Unione Sovietica. Così, ancora, si considera la possibilità di costruire una « dorsale » che, proveniente dall'Olanda, entri in Italia dalla Francia o dalla Svizzera per giungere sino alla valle padana. Dunque, il ricorso alla importazione, già chiaramente in atto, sarà ulteriormente intensificato e le principali fonti di approvvigionamento dovrebbero essere costituite dalla Libia (via mare) che dovrebbe fornire. 3 miliardi di metri cubi all'anno per 20 anni; dall'Unione Sovietica (6 miliardi di metri cubi per 20 anni) ed eventuaJmente dall'Olanda. È evidente che una volta assicurato l'approvvigionamento il problema di far• fronte alla domanda non è risolto. Occorre a tale scopo sviluppare in modo più capillare· la rete dei metanodotti con una sene 93

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