Argonienti del 1nutamento delle condizioni del mercato internazionale del petrolio. Per ottenere questi risultati si suggeriscono alcune linee di azione: diversificazione più ampia possibile delle provenienze e delle fonti; intensificazione dell'attività di ricerca di idrocarburi da parte delle imprese nazionali e comunitarie; instaurazione di rapporti diretti tra paesi consumatori e produttori di petrolio greggio; disciplina delle importazioni di petrolio; rafforzamento della flotta cisterniera. Ma il problema non si risolve qui: occorre anche affrontare e risolvere decisamente la questione delle industrie di raffinazione. Tale industria, come si è già visto, è caratterizzata da due elementi: circa il 25% dei prodotti lavorati nelle raffinerie è destinato all'esportazione; oltre il 50% della capacità di raffinazione è localizzata nel Mezzogiorno. A questo proposito il citato « Documento programn1atico » osserva che le dimensioni unitarie ormai raggiunte pongono problemi che riguardano sia l'ambito interno dell'industria petrolifera (problemi di investimento, di massima utilizzazione delle capacità, di razionale rifornimento del petrolio greggio, di sicurezza di esercizio) sia l'ambito esterno ad essa (problemi di connessione con l'insediamento di industrie ad alto consumo di prodotti petroliferi, di conservazione dell'ambiente naturale, di prevenzione dell'inquinamento dell'acqua e dell'aria). In particolare, allo scopo di « contenere entro certi limiti » il futuro aumento di capacità di raffinazione, occorre destinare alla esportazione una quota inferiore a quella attuale. Cosa realizzabile dal n1omento che « l'esportazione dei prodotti petroliferi nel nostro Paese è dovuta soltanto in parte ad una ' naturale' legge della domanda, essendo attribuibile per la quota residua alle esigenze delle con1pagnie internazionali di rifornire i loro mercati esteri ». Ancora, poi, l'individuazione delJe future linee di sviluppo della raffinazione in Italia comporta, in pri1no luogo, un'analisi critica delle attuali ubicazioni delle raffinerie. Per questo motivo « appare opportuno far riferin1ento, in prhno luogo, al criterio urbanistico, cioè al criterio di compatibilità con gli insediamenti di altro tipo già esistenti o prevedibili sulla base di piani regolatori e di direttrici di sviluppo già in atto. Sarà così possibile suddividere le ubicazioni delle raffinerie in due gruppi: quelle suscettibili di ampliamenti, anche rilevanti, sulla base del criterio adottato e quell~ prive di tale requisito ». Per queste ultime· sarà opportuno « favorire nei limiti possibili, il loro trasferimento in altre località ». 91
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