Nord e Sud - anno XIX - n. 149 - maggio 1972

Ugo Leone del petrolio greggio esistente in Italia, che supera i 150 milioni di tonnellate all'anno. Tale capacità, però, è utilizzata per meno del 60% per cui la produzione si è aggirata nel '69 intorno ai 90 milioni di tonnellate. Nello stesso tempo si è registrato un consumo interno di circa 57 milioni di tonnellate (67% della produzione) e quindi oltre 30 milioni di tonnellate sono stati esportati; il che per un paese che i1nporta petrolio è quanto meno strano. Anche per la distribuzione geografica della capacità di raffinazione vi sono alcune osservazioni da fare. Nel 1960 tale capacità era essenzialmente concentrata nell'Italia centro-settentrionale con oltre il 60% del totale nazionale. Nel 1969 le proporzioni risultarono notevolmente mutate. Infatti mentre la suddetta area concentrava ancora circa il 50% della capacità nazionale, la sola Sicilia concentrava ben il 30% del totale: in complesso, nel Mezzogiorno è localizzata oltre la metà della capacità di raffinazione dell'intero paese. Al contrario, un analogo confronto circa la distribuzione geografica dei consumi dei principali prodotti petroliferi mostra come oltre il 70% del consumo complessivo viene effettuato nella sola Italia settentrionale e nella fascia tirrenica mentre il restante 30% viene consumato nel Mezzogiorno, nelle isole e nella fascia adriatica. Elemento questo che rivela « la preferenza delle raffinerie a localizzarsi più vicino alle fonti di approvvigjonamento del petrolio greggio che alle zone di consumo ». Dunque l'Italia si è specializzata nella produzione di prodotti petroliferi e, tutto sommato, non è un fatto di cui ci si possa vantare. E dò sia per la scarsa incidenza che tali lavorazioni hanno sull'assorbimento di mano d'opera sia per le gravi conseguenze· che possono avere sulla integrità dell'ambiente. In futuro, lo abbia1no già detto, è prevedibile che l'energia nucleare si sostituirà vantaggiosamente al petrolio, 1na « la curva di convenienza all'impiego di questo tipo di energia ha appena iniziato la sua fase ascendente e l'energia nucleare diverrà chiaramente competitiva solo dopo gli anni '80, per assumere notevole importanza verso il 2000 » 21 • Quindi il petrolio continuerà a costituire ancora per una trentina d'anni la principale fonte di energia e si impone più che mai una politica idonea al più razionale e « indolore » sviluppo del settore. A questo riguardo il « Documento programmatico preliminare: elementi per l'impostazione del programn1a economico nazionale 1971-75 », afferma che occorre perseguire una politica petrolifera ispirata agli obiettivi della sicurezza e continuità dell'approvvigionamento, tenendo conto 21 A. N NNEI, Il setotre petrolifero: la situazione italiana, in « Economia Pubblica », n. 4, 1971. 90

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