Nord e Sud - anno XIX - n. 149 - maggio 1972

Argo,n 711,ti Edison. « L'opera di pioniere svolta da Colombo dava i suoi frutti: gli italiani si appassionavano ai problemi dell'elettricità, il denaro affluiva fiducioso all'industria. Nel 1881 si registravano in Italia appena due società del settore con 545.000 lire di capitale, ma esse salirono a 6 nell'85, a 14 nel '90, a 20 nel '95, infine a 27 nel l 897, con un capitale, a questa data, di oltre 38 milioni di lire » 11 • I successi ottenuti dall'Italia nel settore aprirono, dunque, gli animi alla speranza. Come scrive Rosario Romeo, « si attraversarono anni di euforia col mito che ora si diffuse del ' carbon bianco ' che già si vedeva destinato a soppiantare in gran parte il carbon fossile e a porre fine alla organica carenza italiana di fonti di energia »; e la produzione di energia elettrica passò da « 100 milioni di chilowattor nel 1898 :1 2.575 milioni (di cui 2.325 di energia idroelettrica) nel 1914; mentre il capitale delle industrie elettriche da 106 milioni nel 1900 passava nel 1913 a 504 n1ilioni, oltre a circa 150 milioni di obbligazioni e di partecipazioni varie e investimenti ulteriori » 12 • Dopo i primi tentativi, in una decina d'anni la potenza installata passò da un centinaio di migliaia di Kw a n1ezzo milione nel 1908. Allora, come scriveva Rodolfo Morandi 13 « si v de a l'Italia, ricca come nessun altro paese d'Europa di acque cadenti, trarsi dall'inferiorità in cui la poneva la mancanza di carbone, p r pa are, colla rapida espansione di tutta la sua attività indu trial , nei ranghi d i paesi economicamente più progrediti, grazie allo sfruttamento di queste sue larghe risorse idriche ». Come si vede, e come rilevava anche Morandi, « nella comune opinione, l'idea dell'uso di energia elettrica i connette a a quella di impianti idraulici di produzione; energia elettrica equivale, cioè, senz'altro ad energia idroelettrica»; al contrario, in altri paesi di pur grande produzione, la « generazione termica » (utilizzante il carbon come combustibile e quindi come fonte di energia primaria) prevaleva largan1ente su quella idraulica. L'utilizzazione delJa forza dell'acqua fu dunque un fatto nuovo, che non avrebbe mancato di dare un grosso impulso all'industria. La nascita di un'industria idroelettrica contribuì notevolmente « a minare la convinzione ancora abbastanza radicata, di una impossibilità per l'Italia di farsi un avvenire industriale per deficienza di base energetica » 14 , 11 B. CArzzr, cit. 12 R. ROMEO, Breve storia della grande industria in Italia, Bologna, Cappelli, 1961. 13 R. MoRANDI, Storia della grande industria in Italia, Torino, Einaudi, 1966. Il volume fu pubblicato per la prima volta nel 1913 nella « Biblioteca di cultura moderna» di Laterza, Bari. 14 L. C FAGNA, La formazione di una « base industriale » fra il 1896 e il 1914, in 85

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