Nord e Sud - anno XIX - n. 149 - maggio 1972

Tullio d'Aponte A parte le inevitabili polemiche e gli scontri tra differenti interessi (di cui si fecero portatori, anche in quell'occasione, 'i tradizionali gn1ppi clientelari del sottobosco politico cittadino), nessuna valida ipotesi alternativa fu mai formulata e nessuna concreta iniziativa fu, tanto meno, assunta. Così, l'abituale errore di ottica nei quale i « piani di campanile » cadono, finì, per motivi pratici e non metodologici, col coinvolgere la stessa logica di ques.to studio che, nato comprensoriale, morì comunale. Lo stesso rischio si corre ogniqualvolta, per non affrontare globalmente il problema nei suoi vari aspetti, si ricorre a strumenti amministrativi predisposti nell'intento di rimuovere alcuni ostacoli cui, semplicisticamente, si attribuiva la res,ponsabilità delle carenze del settore. Così una « circolare » del Ministero della Marina Mercantile 14 , interpretando con molta buona volontà le leggi esistenti e coordinando diversi strumenti legislativi, « suggerisce » criteri di massima per favorire l'intervento privato nel settore delle costruzioni marittime. Ad onor del vero, che il Ministero e, in particolare la direzione generale dei porti e del demanio 15 , fossero stati sollecitati da più parti ad affrontare i problemi derivanti dalla stasi delle iniziative, è innegabile. Che una legge per i porti turistici fosse di difficile approvazione, per la contemporanea presenza ·di ben più gravi problemi con i quali il Parlamento doveva confrontarsi, e che la situazione economica del paese fosse talmente preoccupante da rendere improponibile qualsiasi spesa che non fosse più che inderogabile, è· altrettanto vero. Ma che, per un eccesso di aderenza alla realtà del momento, il Ministero non solo incoraggi i privati a costruire porti, ma lasci intravedere i possibili sviluppi di un'attrezzatura ricettiva e complernentare da realizzarsi facendo ricorso alle procedure previste dalla legge 12/3/1968, n. 326, è forse, un tantino esagerato 16 • Ciò che più deve preoccupare in rapporto alla « circolare Mannironi », è, comunque, l'assenza di un criterio di pianificazione del settore. Criterio non certamente fatto salvo dal richiamo alla costituzione di una commissione di studio, insediata presso H Ministero, e incaricata della individuazione dei poli di sviluppo turistico lungo il litorale. Infatti, am,messo pure che tale « Commissione » indichi, con obiettiva valuta14 Circolare del Ministro della Marina Mercantile Mannironi del 28/7 /70. 15 Il dott. Vito Dante Flore, Direttore generale dei porti e del demanio, tuttavia affermava, testualmente: « ... Noi non pensiamo che possa verificarsi l'ipotesi che un porto pubblico qualificato come di quarta classe vada a finire in mano ad un concessionario privato ». Cfr. FLOREV. D., Il problema « portuale » del diporto nautico e il regime « concessione demaniale », in « Atti Conv. Naz. Porti Tur. », Napoli, 1968, p. 281. 16 Per un commento approfondito della circolare Mannironi, si veda lo studio di A. TERRANOVA per Italia Nostra alle pp. 67-70. 78

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