Argomenti ressi dei produttori d'auto, oggettivamente interessano la comunità, ha alcuni punti di contatto con il caso che stiamo esaminando. Il punto di maggior contatto è dato comunque dal modello di sviluppo al quale si è ispirata l'azione pubblica: forti investimenti in grandi infrastrutture di comunicazione (autostrade, superstrade, riclassifica di tracciati di rapido scorrimento sulle S.S.), nessuna iniziativa per risolvere i problemi del traffico nelle aree di massimo addensamento (città, conurbazioni, aree metropolitane). Così, mentre si vorrebbe creare un efficiente « circuito» per il diporto nautico, non sì tengono nella dovuta considerazione le esigenze della maggioranza degli utenti che navigano poco, ma risentono fortemente gli effetti della carenza degli ormeggi e di rimessaggio. Per tenere a galla, in custodia presso « abusivi del mare », una barca, entro la fascia dei sette mt., si richiede una spesa fissa annua che oscilla tra il 10% e il 50% del valore capitale dell'imbarcazione al momento dell'acquisto e che, dopo qualche anno, per effetto e conseguenza della svalutazione, tende a superare lo stesso valore residuo della barca. Né esistono soluzioni alternative, sempre che non si vogliano considerare tali quella del Club nautico, o quella estrema della rinuncia all'acquisto di una barca! Non a caso, nel 1965, quando ci trovammo ad affrontare l'esame delle esigenze del diporto nautico nel Golfo di Napoli per conto di un Ente pubblico cittadino 12 , indicammo nella stessa cerchia urbana l'area di maggiore concentrazione della domanda di approdo per natanti di varie classi (ma fortissima apparve, subito, la quota delle piccole barche) e suggerimmo un'installazione nello sp cchio d'acqua tra il Molosiglio e S. Lucia. Già in quell'occasione ipotizzammo la gestione pubblica del servizio, da attuarsi eventualmente anche attraverso forme miste, ma a prevalente interesse pubblico, e tentamn10 di spiegare come, attraverso semplici accorgimenti costruttivi e sfruttando 1 quote dell'elevato livello stradale dalla via Nazario Sauro, si sarebbe giunto a inserire il complesso portuale nei valori paesistici preesistenti. Anche in questo caso, il timore della speculazione sconsigliò la logica estensione del progetto all'an1bito dei comprenso i vesuviano e dei Campi Flegrei, che pur originariamente dovevano essere studiati, con la conseguenza che, almeno sul piano operativo, non mancarono iniziative di « campanile » 13 , certamente meno preoccupate, sul piano dei po~- sibili sviluppo, di iniziative « collaterali » di tipo speculativo. 12 Cfr. AZIENDA uroNOMA DI CURASOGG. E TuR. DI NAPOLI,a cura di F. Castaldi, F. Gangemi, T. D'Aponte, M. Soricillo, B. Versace, Napoli, 1967. 13 Le inizia.tive più consistenti furono quelle del CENTOR, per Torre del Greco, e del Comune di Bacoli, per il lago Miseno. 77
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