Nord e Sud - anno XIX - n. 149 - maggio 1972

Gian Giacomo dell'Angelo superflua. Maggiore sarebbe infatti il beneficio generale se le comunità potessero evitar.e costi aggiuntivi per dotarsi di propri uffici e potessero invece fare ricorso a personale di alta specializzazione degli enti e se questi, a loro volta, trovassero nelle comunità il termine di riscontro su cui verificare continuamente il loro comportamento per non estraniarsi dalla realtà. Ma perché l'ente possa essere di effettivo giovamento alle comunità montane è necessario che esso si doti di elevate competenze in campo agronomico e forestale, economico e sociologico; senza di che, difficile poi sarà acquisire la fiducia delle popolazioni. E poiché in alcune regioni gli enti sono ancora in fase di formazione o addirittura non sono ancora sorti, ogni possibile attenzione dovrà essere posta nel reclutamento, al fine di non cadere nella condizione in cui la maggior parte dei più vecchi enti di sviluppo si trova, e cioè nella condizione di penuria di competenze specifiche e di sovrabbondanza di personale non qualificato. A esaminare oggi le facoltà riconosciute agli enti dai numerosissimi provvedimenti che ad essi si riferiscono, difficile è dire che cosa essi, in via di principio, non potrebbero fare. In pratica, con pochi specialisti e privi di dotazioni finanziarie proprie, salvo quelle per provvedere alle spese correnti, gli enti di sviluppo si trovano in una posizione che non differisce da quella di qualsiasi altro postulante le provvidenze statali. In queste condizioni gli enti non possono svolgere la loro funzione precipua di prestatori di servizi: da quello di promozione di iniziative associate e di assistenza tecnica e finanziaria, a quello di gestione di impianti di conservazione e di trasformazione per conto dei .conferenti, e di attrezzature e di mezzi per uso collettivo, a quello della organizzazione delle vendite. Un servizio, per essere utile e apprezzato, deve però essere tempestivo, efficiente, poco costoso. Per risolvere i propri problemi le comunità montane devono potere far conto su queste caratteristiche, tanto più che esse difficilmente potrebbero, specie nel· Mezzogiorno, rivolgersi ad altri, che non fosse l'ente di sviluppo. Il binomio comunità-ente di sviluppo risulta dunque un binomio inscindibile. Tra l'altro, è soltanto su questo binomio che si può far conto per realizzare l'auspicata riforma delle strutture. Il rimodernamento aziendale non può essere considerato né come un fatto definibile una volta per tutte, dato il dinamismo di tutta l'a vita economica e sociale, né come un fatto realizzabile con un intervento di tipo autoritativo. Ad esso va perciò dedicata un'azione continua - quale è quella che può dedicarvi un efficiente ente di sviluppo che viva a stretto contatto con la comunità - per la ricerca di ogni possibile nuova combinazione aziendale. In relazione a tale impegno, se si può dire, da un lato, che i mo66

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