Nord e Sud - anno XIX - n. 149 - maggio 1972

Il costo dell'equilibrio potranno accrescere proprio tale margine di manovra, riacquistando la possibilità di utilizzare delle risorse che non conviene proprio continuare a destinare al 1nantenimento di arsenali, ormai sproporzionati rispetto agli obiettivi politici conseguibili. Come si è detto, degli arsenali ridotti sono certamente sufficienti per perseguire tali obiettivi. Senza dubbio, il tempo è ormai maturo per l'inizio di un processo di questo genere. Tuttavia, 1nolto difficilmente tale processo potrà essere rapido. Gli intoppi e i rinvii che da anni ostacolano la conèlusione dei negoziati SALT provano in modo evidente che le difficoltà da superare sono molte. E provano anche che si tratta di difficoltà serie, da non sottovalutare. Prima di tutto, bisogna notare che nessuna delle due superpotenze può fidarsi completan1ente dell'altra. Anche se esse sono accomunate da forti interessi, come quello di scongiurare l'olocausto nucleare, quello di ridurre uno sforzo che a lungo andare può divenire insostenibile, e quello di conservare le loro posizioni di preminenza politica e militare nei confronti di tutti gli altri paesi del mondo, l'antitesi ideologica e politica che le divide rimane. Come rimangono la paura e la diffidenza reciproche. Nessuna delle due può affrontare a cuor leggero il rischio di lasciarsi irreparabilmente superare dall'altra, accettando così una vera e propria forma di suicidio. D'altra parte, entrambi i paesi sanno certamente che il proseguimento e l'intensificazione dell'attuale sforzo possono portare ad un altro tipo di suicidio, questa volta a favore delle potenze minori, alle quali un crollo economico delle superpotenze potrebbe aprire molte strade. Non sappiamo quanto possa essere auspicabile quest'ultima prospettiva, che potrebbe aprire un periodo di pericolosi squilibri politici, di gravi sussulti economici e forse anche di conflitti militari su scala più o meno vasta. Dobbiamo augurarci che essa non si verifichi, e che si giunga a nuovi equilibri internazionali, eventualmente anche « multipolari >>, in n1odo graduale e senza scosse. E dobbiamo augurarci anche che essa venga adeguatamente considerata, in tutte le sue implicazioni, dai responsabili politici delle due superpotenze - che certo dispongono di elementi di valutazione ben più validi dei nostri - perché accettino la realtà e si impegnino a superare gli ostacoli che impediscono di procedere speditamente sulla strada di nuovi e meno pericolosi equilibri politici e militari. 39

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