Il costo dell'equilibrio Il vantaggio scientifico-tecnologico che le due superpotenze hanno accumulato nei confronti di tutte le loro possibili future concorrenti è enorme. È molto difficile, se non addirittura impossibile, che qualche altra potenza possa riuscire a colmare, nel campo' degli armamenti strategici, il gap quanto-qualitativo che si è stabilito, dopo la seconda guerra mondiale, a favore degli Stati Uniti e dell'URSS. È difficile che possa colmarlo l'Europa, che per ora non è un'unica ,entità politica e che, anche se lo diverrà, avrà bisogno di parecchi anni· per conferire un indirizzo realmente unitario all'utilizzazione delle sue pur immense risorse. È difficile che possa colmarlo il Giappone, il quale, pur disponendo di risorse scientifico-tecnologiche e produttive notevolissin1e, ha un'economia che esigerebbe un non facile, e non breve, processo di conversione, per poter affrontare, senza scosse pericolose, programmi del genere. Ed è difficile ancora che possa colmarlo la Cina - nonostante gli indubbi progressi compiuti negli ultimi anni nel campo atomico ed in quello missilistico-spaziale - la quale si trova di fronte ad enormi problemi socio-economici, che non potrebbe certo risolvere impegnandosi in una gara di questo tipo. D'altronde, con ogni probabilità, nessuno ha voglia di invischiarsi in un equilibrio di potenza come quello che sta dando tanti grattacapi agli Stati Uniti e l'URSS. Non ne hanno certo voglia le nazioni europee (solo de Gaulle, ad un certo punto, aveva cominciato a sognare il missile intercontinentale), che hanno altri obiettivi; non ne ha certo voglia il Giappone, il quale, dati molti precedenti, ha tutto l'interesse a non compromettere la sua espansione economica con una politica militare che, proprio in quest'ultimo campo, gli porterebbe probabilmente più danni che vantaggi; e non ne ha voglia nemmeno la Cina - Ciu En Lai ha dichiarato esplicitamente più di una volta che il suo paese non vuole diventare una superpotenza - la quale dovrebbe certamente sacrificare molte cose se dovesse imboccare questa strada. A parte il fatto che, anche per le loro esigenze strategiche ·e politiche, sia l'Europa occidentale che il Giappone e la Cina non avrebbero bisogno di arsenali come quelli degli Stati Uniti e dell'URSS. Gli effetti politico-militari delle armi nucleari sono molto complessi. Qui, senza entrare in un discorso troppo approfondito che richiederebbe uno spazio eccessivo, cercheremo di porne in evidenza alcuni aspetti essenzial_i. · 37
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